“Essere preti oggi è un dono meraviglioso e una grazia immensa”. Vuol dire essere servi premurosi dei nostri fratelli e sorelle. Lo ha ricordato questa mattina mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Città di Castello e di Gubbio, nell’omelia pronunciata durante la Messa crismale che ha presieduto nella cattedrale tifernate, per la prima volta da quando siede sulla cattedra di san Florido. Durante la celebrazione è stato ricordato con affetto il vescovo emerito mons. Domenico Cancian nel giorno del suo 76° compleanno. Si è fatta memoria anche di don Aldo Viti e don Vinicio Zambri, scomparsi nei mesi passati.
Parlando a sacerdoti e diaconi il presule ha preso spunto dalle letture proprie della celebrazione sottolineando che c’è un oggi che Gesù dichiara compiuto per sé nel vangelo. “È l’oggi che si perpetua per noi nell’esercizio del ministero. Oggi siamo chiamati dare la nostra vita per il servizio del presbiterato e dell’episcopato”. “In questo oggi del mondo – ha spiegato –, che ci appare sempre più confuso e smarrito, in preda alle scelleratezze dei potenti e lontano dalla solidarietà fraterna senza distinzioni, dove la luce del Vangelo sembra essere ormai velata dallo splendore di ciò che è effimero e superficiale. Ma anche nell’oggi della nostra Chiesa occidentale, che sembra faticare sempre più nell’offrire agli uomini l’annuncio della speranza e dell’amore che nella fede custodisce, e di cui solo è debitrice al mondo, per la misericordia che le è stata usata”.
Mons. Paolucci Bedini ha suggerito alcune idee concrete a sacerdoti e diaconi invitandoli a vivere “offrendo ai fratelli e alle sorelle il pane buono della Parola e l’acqua viva dei Sacramenti. Chinandoci con compassione su chi è toccato dal male, rimanendo accanto con le nostre lacrime. Prendendo per mano i più piccoli per accompagnarli con fiducia dentro la vita. Poter condividere con tutti loro il cammino che il Signore ci indica imparando insieme ad ascoltare la voce dello Spirito. Fungendo da maestri tra il popolo nel discernimento della volontà di Dio, solo perché per primi ne siamo divenuti discepoli, e da questa guida spirituale ci lasciamo condurre ogni giorno”.