“L’avvenimento della Pasqua pone una cesura radicale e definitiva al nostro modo di vivere la storia. La resurrezione si pone infatti come paradosso che permette ai cristiani di tenere sempre viva la speranza di fronte alle fatiche della vita, di fronte alla sofferenza e al dolore, di fronte alle ingiustizie e ai soprusi, arrivando ad affermare che anche di fronte alla morte c’è un ‘oltre’ verso cui possiamo guardare”. Lo ha scritto mons. Giovanni Checchinato, arcivescovo di Cosenza-Bisignano, nel suo messaggio pasquale, pubblicato come editoriale nell’ultimo numero del settimanale “Parola di Vita”. “Lo sguardo oltre l’orizzonte dei nostri pensieri, delle nostre tradizioni, dei nostri modi di fare – ha scritto il presule – non ci trasforma in irenici e trasognati fatalisti ma in credenti che lottano per superare lo scandalo del dolore, della sofferenza, della sopraffazione, della mancata accoglienza dell’altro”. Augurare Buona Pasqua significa per mons. Checchinato “invitarci gli uni gli altri a fidarci della parola del Vangelo, a metterci in marcia per essere testimoni credibili di una parola che ha la pretesa di dire che i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo”. Per questo “abbiamo bisogno di sperimentare, in ogni momento della nostra esistenza, l’essenza della Pasqua, del passaggio dalle tenebre alla luce: quando capita questo non solo sperimentiamo la luce, ma diventiamo a nostra volta luce per gli altri”.