“Gesù è ferito nel corpo e nell’anima. In che modo ciò aiuta la nostra speranza? Gesù nudo, privo di tutto, cosa dice alla mia speranza?”. A chiederselo è stato il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in piazza San Pietro e dedicata a “Il Crocifisso: sorgente di speranza”. “Anche noi siamo feriti”, ha proseguito Francesco: “chi non lo è nella vita, tante volte con ferite nascoste per la vergogna? Chi non porta le cicatrici di scelte passate, di incomprensioni, di dolori che restano dentro e si fatica a superare? Ma anche di torti subiti, di parole taglienti, di giudizi inclementi?”. “Dio non nasconde ai nostri occhi le ferite che gli hanno trapassato il corpo e l’anima”, ha fatto notare il papa: “Le mostra per farci vedere che a Pasqua si può aprire un passaggio nuovo: fare delle proprie ferite dei fori di luce. ‘Ma santità, non esagerare!’ ‘Prova a farlo, pensa alle tue ferite, quelle che tu solo sai, che ognuno ha nascoste nel cuore e guarda al Signore e vedrai come da quelle ferite escono fori di luce. Gesù in croce non recrimina, ama. Ama e perdona chi lo ferisce. Così converte il male in bene, così trasforma il dolore in amore”. “Il punto non è essere feriti poco o tanto dalla vita, ma cosa fare delle mie ferite, le piccoline, le grandi, quelle che lasceranno un segno nel mio cuore nella mia anima sempre”, ha argomentato Francesco: “’No, padre, io non he ho ferite!’ ‘Stai attento, pensa due volte a dirlo’. Cosa fai con quelle ferite, quelle che solo tu sai? Posso lasciarle infettare nel rancore e nella tristezza oppure posso unirle a quelle di Gesù, perché anche le mie piaghe diventino luminose”.