Nicaragua: missionario clarettiano panamense espulso dal Paese dopo la messa della Domenica delle Palme. È accusato di “fomentare la rivolta”

Espulso dal Nicaragua, dopo aver ricordato nelle preghiere il vescovo Rolando Álvarez, detenuto da oltre due mesi dal regime di Ortega. È accaduto al missionario clarettiano panamense padre Donaciano Alarcón, in servizio a Estelí (diocesi della quale il vescovo arrestato è amministratore diocesano), nella parrocchia di San José de Cusmapa, che è stato allontanato da Paese, senza subire violenze, e si trova ora in Honduras.
Radio Hogar, emittente dell’arcidiocesi di Panama, ha intervistato il religioso, il quale ha smentito di essere stato espulso per aver contravvenuto ai decreti che vietano le manifestazioni pubbliche durante la Settimana Santa. “Mi erano state ricordate le prescrizioni e le ho riferite ai fedeli. Io non parlo mai di politica, però a volte parlo del tema della giustizia. Lunedì, dopo la Messa Crismale sono stato preso in modo brusco dalla polizia, che mi hanno accusato di fomentare la rivolta, di aver difeso il vescovo Álvarez”. Il missionario ha negato di aver fatto ciò, e nelle interviste successive ha solo detto che qualche volta, nelle messe, ha ricordato il vescovo nelle preghiere. Padre Alarcón ha riferito che, nonostante i toni bruschi, è stato trattato bene, gli è stato dato da mangiare ed è stato condotto alla frontiera dell’Honduras
Ismael Montero Toyos, superiore dei clarettiani centroamericani, ha parlato della situazione di Alarcón e dei missionari che si trovano ancora in territorio nicaraguense, la maggior parte dei quali stranieri, esprimendo, se non altro, soddisfazione che il missionario non sia stato arrestato.

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