“Per quanto la città di Kherson sia stata liberata da questa parte del fiume, la gente ha ancora tanta paura e tanta incertezza. Difficile immaginare un futuro diverso stando qui sul fronte”. È la testimonianza di Gianpiero Cofano, coordinatore della Rete #StopTheWarNow, che oggi si è recato con una piccola delegazione nella città di Kherson a bordo di un pulmino carico di aiuti umanitari che sono stati scaricati nel centro della cultura diventato a sua volta un centro di distribuzione di aiuti per i pochi abitanti rimasti in città. “Siamo a Kherson. Una delegazione della quinta carovana di StopTheWarNow è arrivata anche qui”, racconta Cofano che ha guidato dall’Italia una carovana di 150 persone rappresentanti di 180 movimenti e associazioni. Sono arrivati con 30 furgoni pieni di aiuti umanitari e 20 generatori. “Siamo in pochi perché la situazione è davvero molto critica. A circa 700 metri dall’altra parte del fiume ci sono ancora le truppe russe. Di sottofondo si sentono i rumori dei missili e delle bombe. Siamo andati nella casa della cultura che è diventato un centro di distribuzione di aiuti umanitari. I nostri giovani amici di questo centro ci hanno detto che è stata molto dura. I segni della devastazione nella città oggi liberata dalla invasione delle truppe russe sono evidenti. Pochissime sono le persone che possiamo vedere in giro e poche le macchine che circolano lungo la strada. La situazione è davvero molto critica”.