Il Consiglio episcopale latinoamericano (Celam) ha diffuso la sintesi che, in 107 paragrafi, raccoglie quanto vissuto durante il cammino sinodale continentale, culminato nella realizzazione di 4 incontri regionali, a cui hanno partecipato 415 persone, secondo la popolazione di ogni Paese e la diversità dei ministeri ecclesiali, raccogliendo 423 sintesi con intuizioni, tensioni e temi da approfondire, a cui si è aggiunto il risultato di alcune altre realtà. “La sinodalità – si legge nel testo – è il modo di essere e di agire della Chiesa, a partire dalla cattolicità di un volto pluriforme, che ha come fonte di vita e di ispirazione per i discepoli missionari, l’Eucaristia, la Parola di Dio e la religiosità popolare. Questa Chiesa sinodale deve assumere nel suo modo di essere e di agire un discernimento comunitario basato sull’ascolto reciproco dello Spirito e sul dialogo veritiero e fiducioso, che ha come metodo la conversazione spirituale, con la quale emergono intuizioni, tensioni e priorità, che ci permettono di parlare di questioni scomode e dolorose con libertà, in un’esperienza di relazione orizzontale”.
Una “Chiesa sinodale missionaria” denota l’urgenza di “strutture che assicurino una sinodalità missionaria, includendo tutti i membri della periferia”. Nel testo, inoltre, si riflette sulla sinodalità come “impegno socio-ambientale in un mondo frammentato”. La Chiesa è, infatti, motivata “a uscire da se stessa e a mettere se stessa e tutta la sua missione al servizio della società”. Viene analizzata la realtà del continente, frammentata, diseguale, con emarginazione ed esclusione, con forte polarizzazione ideologica e politica, denunciando “l’allontanamento delle Chiese locali dalla realtà”. Invece, la Chiesa è chiamata a essere “più profetica e samaritana”, ad “ascoltare il grido dei popoli e della terra”.
La conversione sinodale e la riforma delle strutture occupano un’intera sezione del testo: si tratta di una dinamica a cui il Concilio Vaticano II fa appello e che Papa Francesco ha recuperato. Tutto questo provoca tensioni, ma che richiede anche “processi e spazi di ascolto, dialogo e discernimento che portino a un’autentica sinodalizzazione di tutta la Chiesa”; ciò richiede la formazione in diversi ambiti, anche dei seminaristi. Viene richiesto, inoltre, “un profondo discernimento comunitario su quali ministeri debbano essere creati o promossi alla luce dei segni dei tempi, specialmente tra i laici”, che dovrebbero essere “incoraggiati a partecipare agli ambiti decisionali propri dei laici” Ciò vale soprattutto per le donne e i giovani, “contribuendo a superare il clericalismo, inteso come espressione dell’autoritarismo clericale”. Per questo motivo, il documento chiede “un ripensamento del modello di ministero ordinato”.