“Celebrare la Pasqua significa non voltare lo sguardo da un’altra parte rispetto alla realtà umana nei suoi contraddittori aspetti luminosi e oscuri: il desiderio di amare e di generare vita piena insieme a guerre, alla sofferenza della casa comune, ai terremoti, alle ferite al dialogo e alla fraternità tra persone, gruppi, nazioni, famiglie, nella stessa nostra Chiesa e anche nella nostra Fraternità”. È quanto scrive padre Massimo Fusarelli, ministro generale dell’Ordine francescano, nel suo messaggio per Pasqua, nel quale esorta i frati dell’Ordine, le sorelle Clarisse e Concezioniste, i laici, le laiche francescani, “a uscire dalle nostre troppe zone di comfort e sbilanciamoci finalmente verso l’altro/i, per imparare a piangere e a sorridere sulle strade brulicanti di persone di ogni genere e riconoscervi i tratti del volto del Vivente; osiamo diventare di più ‘Ordine in uscita’. Lasciamoci inviare più lontano dagli angeli del mattino di Pasqua, per cercare il Cristo Risorto tra i vivi e non tra i morti: annunciamolo a tutti nella lode e nell’invito alla conversione”. “Il deserto quaresimale – si legge nel testo – ci ha chiamato a lottare corpo a corpo con la parola di Dio, con noi stessi e la nostra fame, con la vita di tanti dimenticati: proseguiamo in questo cammino di luce! La Pasqua rompe e supera il disincanto dei delusi: lasciamola esplodere nelle nostre paure come promessa e inizio della pace vera, anche nel tempo della guerra e di diversi terremoti”. Nel centenario della Regola, prosegue padre Fusarelli, “vogliamo accogliere con un nuovo entusiasmo la chiamata a testimoniare con la vita e la parola la speranza del Vangelo negli ‘inferi’ e nelle crepe di luce di questo tempo, difficile da decifrare e sempre amato da Dio”.