La Chiesa latinoamericana e caraibica ribadisce il suo solenne impegno nella difesa della vita, della dignità e della cultura dei popoli indigeni, nel messaggio diffuso dal Consiglio episcopale dell’America Latina e dei Caraibi (Celam) in merito alla nota congiunta emessa dal Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale e dal Dicastero per la Cultura e l’educazione, in cui si fa riferimento al concetto della cosiddetta “dottrina della scoperta”. Il documento è stato pubblicato il 30 marzo ed è stato accolto con gratitudine e speranza dal Celam. Il documento vaticano spiega che la teoria, servita per giustificare l’espropriazione degli indigeni da parte dei sovrani colonizzatori, “non fa parte dell’insegnamento della Chiesa cattolica” e che le bolle papali con le quali si facevano concessioni ai sovrani colonizzatori non sono mai diventate magistero.
Parlando dei popoli nativi, i membri della presidenza Celam affermano che “continueranno a fare proprie le loro lotte per la giustizia e l’equità, ispirandosi ai quattro sogni di Papa Francesco nella sua esortazione apostolica post-sinodale Querida Amazonia: sociale, culturale, ecologico ed ecclesiale”. Allo stesso tempo, il Celam concorda con il documento dei Dicasteri vaticani spiegando che “la ‘dottrina della scoperta’ non fa parte dell’insegnamento della Chiesa cattolica”, perché “il magistero della Chiesa sostiene, in termini inequivocabili, il rispetto dovuto a ogni essere umano”.
Un argomento che, per la Chiesa continentale, è chiaramente descritto nel documento della V Conferenza generale dell’episcopato latinoamericano e caraibico, tenutasi ad Aparecida nel 2007, in cui si afferma che “come discepoli e missionari al servizio della vita, accompagniamo i popoli indigeni e nativi nel rafforzamento della propria identità e delle proprie organizzazioni, nella difesa del territorio, nell’educazione interculturale bilingue e nella difesa dei propri diritti”.