Papa in Ungheria: incontro autorità, in Europa “si fanno spazio i solisti della guerra” e “tornano a ruggire i nazionalismi”

“Nel mondo in cui viviamo, la passione per la politica comunitaria e per la multilateralità sembra un bel ricordo del passato: pare di assistere al triste tramonto del sogno corale di pace, mentre si fanno spazio i solisti della guerra”. Lo ha denunciato il Papa, nel suo primo discorso in Ungheria, tutto incentrato sull’Europa. “In generale, sembra essersi disgregato negli animi l’entusiasmo di edificare una comunità delle nazioni pacifica e stabile, mentre si marcano le zone, si segnano le differenze, tornano a ruggire i nazionalismi e si esasperano giudizi e toni nei confronti degli altri”, la denuncia di Francesco: “A livello internazionale pare persino che la politica abbia come effetto quello di infiammare gli animi anziché di risolvere i problemi, dimentica della maturità raggiunta dopo gli orrori della guerra e regredita a una sorta di infantilismo bellico”. Per invertire il cammino, il Papa ha menzionato la fondazione di Budapest, che avvenne esattamente 150 anni fa, nel 1873, dall’unione di tre città: Buda e Óbuda a ovest del Danubio con Pest, situata sulla riva opposta. “La nascita di questa grande capitale nel cuore del continente richiama il cammino unitario intrapreso dall’Europa, nella quale l’Ungheria trova il proprio alveo vitale”, ha ricordato Francesco: “Nel dopoguerra l’Europa ha rappresentato, insieme alle Nazioni Unite, la grande speranza, nel comune obiettivo che un più stretto legame fra le nazioni prevenisse ulteriori conflitti”.

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