“La proposta di legge avrebbe avuto un impatto negativo sulla protezione della libertà religiosa in Europa”. Con queste parole, mons. Mariano Crociata, presidente della Comece, la Commissione degli episcopati cattolici dell’Unione Europea, spiega perché i vescovi Ue accolgono “con favore” il ritiro della proposta di legge danese che obbligava le Chiese e le comunità religiose a tradurre nella lingua nazionale tutti i sermoni.
Sulla vicenda, la Comece aveva già espresso le sue preoccupazioni nel 2021 con una dichiarazione in cui si affermava che “pur comprendendo l’obiettivo di prevenire la radicalizzazione e contrastare l’incitamento all’odio e al terrorismo”, i vescovi Ue ritenevano che la proposta di legge non fosse un’iniziativa “giusta per combattere tali fenomeni”, invitando pertanto i legislatori a “evitare impatti negativi e discriminatori, in particolare nei confronti delle confessioni religiose minori, spesso formate da comunità di immigrati”. “Accogliamo con grande favore il ritiro della proposta di legge, che avrebbe comportato un indebito ostacolo alla libertà di religione, pilastro cruciale dell’architettura dei diritti fondamentali”, ha affermato oggi mons. Crociata. “L’esito positivo del processo – sottolinea la Comece nella nota diffusa oggi – è frutto di molteplici iniziative intraprese negli ultimi due anni da diverse confessioni cristiane, tra cui la Chiesa cattolica”. La Comece ricorda che un’iniziativa simile è stata presa dai vescovi Ue nel 2018 anche nel contesto di una proposta di divieto della circoncisione in Islanda. “La Comece continuerà a monitorare attentamente le iniziative chiave nazionali che possono avere un ampio impatto sul libero esercizio della libertà di religione in tutta l’Unione Europea.