“Benvenuti e benvenute! Welcome to you all! È con grande gioia che siamo qui oggi per accogliere le nostre sorelle e i nostri fratelli che sono finalmente riusciti ad atterrare sul nostro territorio”. Con queste parole Silvia Sinibaldi, vicedirettrice di Caritas italiana, ha accolto, questa mattina a Fiumicino, i 67 rifugiati arrivati dal Corno d’Africa grazie ad un volo di linea dell’Ethiopian Airlines proveniente da Addis Abeba. Si tratta del primo viaggio reso possibile dalla firma del terzo protocollo d’intesa tra governo italiano, Conferenza episcopale italiana (che agisce attraverso Caritas italiana) e Comunità di Sant’Egidio per l’apertura dei corridoi umanitari dall’Etiopia. Le 67 persone, di nazionalità eritrea e sud sudanese, erano da tempo rifugiate in Etiopia e sono state, in gran parte, segnalate da parenti o amici che si trovano in Italia. “I corridoi umanitari – ha detto la rappresentante di Caritas italiana – sono un importante lavoro di squadra. Una preziosa opportunità che sappiamo essere goccia nel mare per rispondere al bisogno di una vita dignitosa da parte di milioni di donne, uomini e bambini, in tante, troppe parti del mondo. Abbiamo però imparato che tante gocce, insieme, fanno come minimo un’onda, poi un’altra e un’altra ancora”. “È fondamentale – aggiunge Sinibaldi – che l’opportunità dei corridoi umanitari venga diffusa, conosciuta e sperimentata sempre più anche da altri Paesi europei. Che venga riconosciuta come una delle poche vie legali e sicure di accesso e che si accompagni con un’incessante e determinato sforzo di dialogo per ampliare queste vie legali e sicure di accesso con convinzione e responsabilità condivise, nella consapevolezza che è solo così che l’Europa si può fare interprete del tempo attuale e superare un approccio alle migrazioni ancora troppo spesso legato a logiche di emergenza, che devono essere superate”. I profughi arrivati questa mattina sono in maggioranza ricongiungimenti familiari. La maggior parte di loro troverà quindi ospitalità a casa dei parenti, garanzia di una più facile e rapida integrazione nel nostro paese. “L’accoglienza – dicono gli operatori Caritas – non è certo un punto di arrivo ma di partenza”. I nuclei familiari in arrivo oggi saranno accolti in diverse regioni italiane (Lazio, Campania, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto) e avviati ad un percorso di integrazione: per i minori attraverso l’immediata iscrizione a scuola, per gli adulti con l’apprendimento della lingua italiana e, una volta ottenuto lo status di rifugiato, l’inserimento nel mondo del lavoro.