“Ringrazio voi, la Chiesa in Italia e tutto il popolo italiano per quello che avete fatto a favore di coloro che vivono in mezzo alla guerra e di coloro che, salvando la propria vita e soprattutto preservando il loro tesoro più grande che sono i figli, hanno dovuto lasciare la propria Patria Ucraina. Ringrazio per ogni vostro aiuto e gesto di solidarietà. Così si manifesta proprio il Vangelo vivo. Così si realizza il vero cristianesimo e in questi momenti si riconoscono i veri amici”. Lo ha detto, stasera, a Cagliari l’arcivescovo latino di Leopoli (Ucraina), mons. Mieczysław Mokrzycki, nella celebrazione eucaristica presso la basilica di Bonaria, per i festeggiamenti in onore di Nostra Signora di Bonaria, patrona massima della Sardegna. Il presule, infatti, ha speso delle parole, durante l’omelia della messa, per l’atteggiamento degli italiani di fronte alla tragedia che vive il popolo ucraino: “Mi riferisco alla vostra risposta alla guerra, alla sofferenza, alla miseria della gente. E di nuovo ritorno alle parole di Gesù che descrivendo il giudizio universale, disse: ‘Perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto…’ (Mt, 25, 35-36), e poi continuò: ‘In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me’ (Mt 25, 40)”.
Per questo, ha affermato l’arcivescovo latino di Leopoli, “vi ringrazio per la reale amicizia e la vera testimonianza cristiana, di cui ha parlato l’Apostolo Giacomo: ‘A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le opere? Quella fede può forse salvarlo?… Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta… mostrami la tua fede senza le opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede’ (Giac 2, 14. 17-18)”.
“Vi ringrazio per l’atteggiamento di fede perché essa ha dato vita all’amore dei fatti concreti e in questo modo è nata la speranza e la fiducia che non siamo soli e che ci sono con noi le persone di buona volontà – ha sottolineato mons. Mokrzycki -. Al termine di questa riflessione voglio ricordare qui le parole del vescovo di Regensburg, mons. Michele Sailer, che visse tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo. In una delle sue riflessioni, egli insegnava: ‘La gente scrive sulla carta: Dio nei cuori. La gente scrive con l’inchiostro: Dio scrive con la grazia dello Spirito Santo. La gente scrive usando le lettere: Dio scrive usando l’amore’. Auguro a tutti noi che possiamo essere in grado di scrivere come scrive Dio: con il cuore, con la grazia e con l’amore”.
La messa è stata presieduta da mons. Mokrzycki, ospite dell’arcidiocesi di Cagliari, con la partecipazione dell’arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Baturi.