Save the Children si è impegnata a rimanere in Sudan per aiutare i bambini e le loro famiglie e riprendere al più presto alcuni programmi che sono stati sospesi e portare aiuti salvavita a chi ne ha bisogno.
L’organizzazione ha dichiarato di aver trasferito alcuni membri dello staff internazionale in un luogo sicuro e di non poter rilasciare ulteriori dichiarazioni per motivi di sicurezza. Save the Children, che è presente nel Paese con circa 500 persone, sta verificando la posizione del resto del personale per garantirne la sicurezza.
“Non c’è mai stato un momento più importante di questo per confermare la nostra dedizione al Sudan e ci impegniamo a rimanere con le nostre attività. Le vite delle bambine e dei bambini sono a rischio a causa dell’esaurimento delle scorte di cibo e acqua e del caos in cui versa il sistema sanitario. Save the Children non abbandonerà il suo lavoro, il suo staff e le comunità che aiuta dal 1983”, ha dichiarato Arshad Malik, direttore nazionale di Save the Children in Sudan. “Prima dell’attuale escalation di violenza e sfollamenti di massa, il Paese stava già attraversando la peggiore emergenza umanitaria di sempre, a causa di prolungati conflitti, catastrofi naturali provocate dai cambiamenti climatici, epidemie e crisi economica. Ora più che mai vediamo sempre più bambini affamati: ogni giorno circa il 12% dei 22 milioni di bambini del Paese non ha cibo a sufficienza. Abbiamo sospeso alcuni dei nostri programmi in Sudan a causa delle preoccupazioni sulla sicurezza del nostro personale, dei bambini e delle nostre operazioni, ma alcuni continuano e riprenderemo in pieno il nostro lavoro non appena sarà sicuro farlo. Per poter ricominciare le nostre attività, esortiamo le parti in conflitto ad accettare un cessate il fuoco, a proteggere l’accesso umanitario e a rispettare il diritto umanitario internazionale. Le bambine e i bambini del Sudan meritano un futuro libero dalla violenza”, ha concluso Arshad Malik.
Save the Children è presente in Sudan dal 1983 per fornire aiuti umanitari alle popolazioni colpite dalla siccità nel Sudan occidentale. Da allora, l’Organizzazione ha continuato a lavorare a sostegno dei bambini e delle famiglie colpite da conflitti, sfollamenti, povertà estrema, fame e mancanza di servizi di base. Molti di loro sono tra i più vulnerabili e difficili da raggiungere.
Nel 2022, Save the Children ha raggiunto direttamente 2,1 milioni di persone nel Paese, di cui 1,5 milioni bambini, con una programmazione incentrata sulla protezione dell’infanzia, l’accesso a un’istruzione di qualità, il sostegno alla salute e alla nutrizione e la risposta alle emergenze.