“Arrivano notizie di due naufragi a largo di Lampedusa a distanza di poche ore. Si stanno contando i morti e si cerca di capire dalle testimonianze dei superstiti, quanti sono i dispersi”. Intanto “è di questa mattina la notizia del ritrovamento in Tunisia di 30 corpi senza vita, migranti vittime di un naufragio al largo di Sfax”. partendo da queste ultime notizie, il Centro Astalli, in una nota, ricorda che “dall’inizio dell’anno il numero dei morti accertati nella rotta del Mediterraneo centrale sfiora le 500 vittime (dati Oim). Un numero, che se pur sottostimato, è esorbitante in termini assoluti e anche se paragonato a quello degli anni precedenti. L’ecatombe che si consuma senza sosta nel Mediterraneo centrale, oggi la rotta considerata più pericolosa al mondo, è l’emergenza umanitaria di cui farsi carico immediatamente”.
Il Centro Astalli ritiene “urgente e improcrastinabile un’operazione di ricerca e salvataggio dei migranti in mare e l’apertura immediata di vie di ingresso legali che per numeri e accessibilità diventino una reale alternativa al traffico di esseri umani”.
Padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, dichiara: “Davanti alla morte evitabile di persone in cerca di salvezza gli Stati hanno la responsabilità inderogabile di salvare. Lasciare che i migranti muoiano non è questione di schieramenti politici, è questione di umanità. Alla vigilia del 25 aprile invece di chiedersi dove i vari esponenti politici saranno domani, sarebbe meglio chiedersi perché questa battaglia di libertà non viene combattuta già da oggi a fianco di tante donne e uomini in fuga”. E conclude: “La democrazia si difende con azioni concrete, stando sempre dalla parte dei più vulnerabili, non a parole o con slogan politici”.