Nonostante le nuove iscrizioni siano restate costanti (21.683 nel 2021 e 21.584 nel 2022), così come il ruolo primario ricoperto a livello nazionale, rappresentando un quarto dei donatori totali e il contributo del 20% al totale delle donazioni rese, Avis Regionale Lombardia ha visto un segno negativo nell’andamento delle donazioni. Questo quanto emerso dalla 52ª assemblea annuale di Avis Regionale Lombardia, tenutasi ieri presso il centro congressi Giovanni XXIII di Bergamo.
“Il calo del -1,2% delle donazioni (466.346 nel 2022, 472.022 nel 2021) – ha spiegato Oscar Bianchi, presidente di Avis Regionale Lombardia –, anche a fronte dell’aumento dei soci donatori (261.124 nel 2022, 258.900 nel 2021) è sintomo del continuo ‘stop and go’ di limiti alle donazioni dagli ospedali, dovuto alla carenza di personale sanitario. In altre parole: questa diminuzione delle donazioni è la diretta conseguenza di una mancata programmazione e pianificazione”. “Non mi stancherò mai di ribadire – ha proseguito –, a nome di tutta l’associazione, che il sistema sangue non è emergenza urgenza, così come i nostri 269.629 soci non sono fornitori, ma un patrimonio da tutelare e sul quale investire”.
Inoltre, secondo Bianchi, “è ormai ineludibile la necessità di individuare nuovi strumenti volti a reperire risorse: il fundraising, la partecipazione ai bandi, gli strumenti di coprogettazione promossi dal Codice del Terzo settore”. “Aprirsi al mondo esterno, favorire il ricambio generazionale, individuare nuovi strumenti, sviluppare accordi e convenzioni, proporre un’associazione coesa: su queste direttrici – ha concluso il presidente – si è indirizzata e continuerà ad adoperarsi Avis Lombardia, svolgendo un ruolo di rappresentanza delle istanze associative nei confronti delle istituzioni, promuovendo progetti innovativi e individuando soluzioni tecnologiche, sempre con la finalità ultima di tutelare la centralità della donazione al servizio del malato”.