“Beatissimo Padre, carissimo Papa Francesco, è davvero grande la gioia di poterla incontrare in questa giornata di ringraziamento per la beatificazione di Armida Barelli. Ed è con enorme emozione che le porgo il saluto di tutti i presenti, giunti in migliaia da tutte le parti d’Italia – e non solo –, segno dell’affetto e della devozione che ci lega alla beata, e che supera i confini nazionali”. Emanuela Gitto, vice presidente nazionale dell’Azione cattolica – Settore Giovani, ha rivolto il saluto di tutti i partecipanti al pellegrinaggio di ringraziamento per la beatificazione di Armida Barelli, presenti oggi in Piazza San Pietro. “Qui davanti a lei sono presenti i ragazzi, i giovani, gli adulti, gli adultissimi e gli assistenti dell’Azione cattolica italiana – insieme a una rappresentanza del Forum internazionale di Azione cattolica; sono presenti le consacrate dell’Istituto secolare delle Missionarie della Regalità di Cristo; sono presenti, le studentesse e gli studenti, i docenti, il personale tecnico amministrativo e gli assistenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore”. Gitto ha proseguito così: “Lo scorso 30 aprile 2022 eravamo nel Duomo di Milano per vivere con solennità la tanto attesa cerimonia di beatificazione di Armida Barelli, presieduta dal cardinale Semeraro. Oggi siamo qui per ringraziare con lei il Signore per la beatificazione e per rinnovare la nostra ammirazione e la nostra stima per la santità di una donna straordinaria che si faceva chiamare ‘Sorella maggiore’ e che tanto ha fatto per la Chiesa e per il Paese, per la formazione e la cultura, per le giovani donne, nella prima metà del secolo scorso”.
“Siamo qui, perché la storia della Beata Armida ci ha toccato personalmente e continua a farci ardere il cuore, mostrandoci che tutti, e soprattutto noi laici, possiamo tendere alla Santità, nella semplicità delle nostre vite. Il suo esempio di spiritualità ispirata a san Francesco, la sua dedizione incondizionata, la sua relazione intima con Gesù Cristo, ci incoraggiano sulla via della santità, sono infatti per noi esempio vivo di una santità possibile, a partire dal nostro quotidiano. Sì, perché la santità – come ci insegna anche lei, carissimo Papa Francesco – non è qualcosa di straordinario, ma germoglia, cresce e matura nell’ordinarietà delle nostre vite. Questo è per noi il segno che il Signore s’incarna nella nostra storia e nel nostro tempo attraverso i nostri occhi, le nostre orecchie, le nostre mani”.
La giovane vicepresidente di Ac ha detto ancora. “le opere che durante la sua vita contribuì a realizzare dimostrano la sua fede incrollabile, il suo amore alla Chiesa, al Papa e al tempo difficile in cui ha vissuto: la Gioventù femminile di Azione cattolica, l’Istituto secolare delle Missionarie della Regalità e l’Università Cattolica del Sacro Cuore, la cura per la partecipazione alla liturgia, il sostegno delle missioni, sono il frutto della vocazione laicale che maturò in Armida lungo tutta la vita, consacrata al Signore. La beata ha sempre lavorato in un costante dialogo personale con il Papa, collaborando con vescovi e sacerdoti – fondamentale la forte amicizia con padre Agostino Gemelli – e soprattutto ha lavorato insieme a tante giovani donne con cui condivise la responsabilità, aprendo vie nuove, anticipando il Concilio ecumenico Vaticano II, sempre mossa dall’amore di Dio, docile all’azione dello Spirito. Lo sperimentava nella preghiera e la devozione al Sacro Cuore di Gesù era la sua bussola: ‘di Te mi fido, a Te mi affido, in Te confido’. E nel diario scriveva ‘Mi canta nell’anima l’amore del Signore’”.
Infine: “carissimo Papa Francesco, anche noi, oggi, diciamo a gran voce che ‘ci canta nell’anima l’amore del Signore’. Guidati dall’esempio della Beata Armida, ci prendiamo l’impegno di annunciare Cristo con la nostra semplice vita, cantando, amando e pregando. Con gioia, nella Chiesa, insieme al Signore! Preghiamo per lei, Santo Padre, grati al Signore per il dono che rappresenta per noi, per la Chiesa e per il mondo intero”.