Anticoncezionali gratuiti: network “Sui tetti”, “grave messaggio contro la vita nascente, discriminatorio e che contraddirebbe priorità del Governo”

“Un messaggio pubblico di natura ideologica, discriminatorio e di opposizione alla vita nascente che contraddirebbe la priorità del Governo, ovvero la lotta alla denatalità”. Definisce così il network “Sui tetti” la proposta trapelata da un comitato tecnico interno ad Aifa di rendere gratuita la pillola anticoncezionale per tutte le donne. “Si tratta – osservano le 100 associazioni – di un’iniziativa da cui scaturiscono quesiti tutt’altro che tecnici, che non vanno nascosti, cioè di merito oltre che di metodo. Il primo dei quali è che una simile misura, più che agevolare le donne non abbienti (visto che già molte regioni attuano la distribuzione gratuita), assumerebbe piuttosto il significato di un netto messaggio pubblico di natura ideologica, di opposizione alla vita nascente, di contrasto a relazioni aperte alla generazione di una vita nuova. Inoltre una simile proposta ci sembra contradditoria con l’intenzione del Governo di svolgere, finalmente, una intensa attività per aiutare la ripresa delle nascite, visto che la denatalità costituisce uno dei problemi fondamentali e più drammatici del momento”. Per cui, “qualora la proposta venisse davvero approvata da Aifa, che è vigilata dal ministero della Salute, allora lo Stato italiano da una parte investirebbe somme notevoli per incentivare le nascite dei secondi e terzi figli e dall’altra finanzierebbe invece uno degli strumenti più diffusi per evitare le nascite”.
“Ma non è tutto – continua il network -. La Repubblica italiana compie ingentissimi investimenti per combattere le malattie, fornendo, anche se non sempre con totale gratuità, le medicine ai cittadini per adempiere a questo compito fondamentale. Ebbene, non ci sembra che la pillola anticoncezionale possa essere considerata una ‘medicina’ per la cura di una malattia, perché la fecondità non è affatto una malattia. Riconoscere, poi, la contraccezione con la pillola all’interno del Lea procreazione responsabile apparirebbe di difficile comprensione visto che altri non pochi Lea per la vita e la donna non trovano ancora piena attuazione. Chi sceglie liberamente di non concepire dovrebbe semplicemente assumere gli oneri di questa libertà, di per sè certamente legittima, ma che impropriamente verrebbe fatta pesare sul bilancio statale. Così facendo, infine, la contraccezione verrebbe in qualche modo ‘regalata’ a prescindere dall’età e dalle condizioni soggettive, senza dimenticare un’altra decisiva implicazione: ovvero la gravissima discriminazione che si creerebbe tra chi vuole figli e godrebbe di una gratuità a carico dello Stato, mentre chi ha figli non ha farmaci o diagnosi gratuite, salvo poche eccezioni. Per cui – concludono le associazioni – auspichiamo che su tale questione si possa aprire un sereno dibattito e a questo scopo intendiamo acquisire gli atti del procedimento, per parteciparvi costruttivamente”.

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