“Ho sempre agito il più vicino possibile alla Legge e alla mia coscienza, essendomi consultato molto ad ogni decisione, per prendere provvedimenti difficili, che se non avessi preso, sarei stato criticato visti gli elementi in mio possesso. Le implicazioni penali di un certo numero di casi rientrano nella competenza dell’istituto giudiziario. Per il resto, il segreto pontificio, che dobbiamo rispettare, spetta al Nunzio apostolico”. Così, in un comunicato reso noto dalla diocesi, mons. Luc Ravel, arcivescovo di Strasburgo, si difende dalle critiche e spiega le ragioni che lo hanno portato a presentare a Papa Francesco le sue dimissioni, annunciate ieri. “Essendo la pace il sommo bene – scrive Ravel – ho presentato le mie dimissioni al Santo Padre, per il quale prego ogni giorno”. “Questa sollecitudine per la pace si unisce nel mio cuore alla sollecitudine per la verità e la giustizia che ho sempre ricercato nei riguardi dei sacerdoti, dei fedeli e in particolare delle vittime che non dimenticherò mai. Credo di aver agito per risolvere i problemi nel desiderio di trasparenza e rispetto della riservatezza”.