“Come gli altri credenti, noi cristiani e musulmani, siamo dei ‘cercatori di Dio'”. Lo scrive l’arcivescovo di Lecce, mons. Michele Seccia, in un messaggio alla comunità musulmana leccese in occasione di ‘Id al-Fitr che chiude il mese del Ramadan. “Tutte le buone azioni che il credente si sforza di compiere, come la preghiera, il digiuno, l’elemosina, sono nel segno della ricerca di Dio. Esse esprimono una continua conversione a Lui. Possiamo dire che la ricerca di Dio è per ogni uomo un segno di speranza”, aggiunge. Per un vero musulmano – sottolinea mons. Seccia -, la fine del Ramadan “non è la fine, ma l’inizio di un nuovo viaggio che porta verso la dimora finale dei giusti”. “In questo tempo dove le divisioni e le guerre lacerano i rapporti, cristiani e musulmani, sono chiamati a essere portatori di pace e speranza per la vita presente e futura, e testimoni, costruttori e riparatori di questa speranza specialmente per coloro che vivono difficoltà e disperazione”. “Com’è triste che membri della stessa famiglia non si parlino, evitino di guardarsi, di incontrarsi, così è doloroso che musulmani e cristiani, che fanno parte dell’unica famiglia umana, si ignorino, non si scambino saluti o abbiano diffidenza o, peggio ancora, litighino! Al contrario, come è bello vivere in pace con tutti, incontrarsi, parlare delle nostre gioie e delle nostre pene, delle nostre angosce e delle nostre speranze! Come non vedere nel dialogo fra credenti, e precisamente fra musulmani e cristiani, un segno di speranza, per il presente e per l’avvenire? Cristiani e musulmani possono collaborare per donare più speranza all’umanità”.