“Per il cristiano anche l’infermità è un dono grande di comunione, con cui Dio lo rende partecipe della sua pienezza di bene proprio attraverso l’esperienza della sua debolezza”. Lo ha spiegato il Papa, ricevendo in udienza i membri della Pontificia Commissione biblica. “Il modo in cui viviamo il dolore ci parla della nostra possibilità di amare e di lasciarci amare, della nostra capacità di dare senso alle vicende dell’esistenza nella luce della carità e della nostra disponibilità ad accogliere il limite come occasione di crescita e di redenzione”, ha osservato Francesco: “È ciò che sottolineava San Giovanni Paolo II quando, a partire dal suo vissuto personale, indicava il sentiero della sofferenza come via per aprirsi a un amore più grande”. L’esperienza della malattia, inoltre, per il Papa “ci insegna a vivere la solidarietà umana e cristiana, secondo lo stile di Dio che è vicinanza, compassione e tenerezza. La parabola del buon Samaritano ci ricorda che chinarsi sul dolore degli altri non è per l’uomo una scelta opzionale, ma piuttosto una condizione irrinunciabile, sia per la sua piena realizzazione come persona sia per la costruzione di una società inclusiva e veramente orientata al bene comune”.