“Celebrare cinquant’anni in Europa significa che lo sguardo del Movimento cristiano lavoratori dalle nostre città e paesi si è allargato all’Europa sentendola come un Mercato comune prima e poi come una casa comune, dove s’incontrano lavoratori di diverse nazionalità e culture, dove un posto importante è dei nostri lavoratori italiani. Celebrare cinquant’anni significa guardarsi indietro, ma anche guardare avanti, immaginare un Paese e un’Europa diversi”. Così Mario Caruso, responsabile Mcl di Germania, ha introdotto la manifestazione con la quale sono stati celebrati i 50 anni di vita e di impegno del Movimento cristiano lavoratori in Italia e tra gli italiani all’estero. A dare il senso della giornata di festeggiamento in terra tedesca del giubileo del Mcl, lo scorso venerdì 14 aprile a Stoccarda, con la presenza del presidente generale Antonio Di Matteo, il vicepresidente Alfonso Luzzi, il presidente del consiglio generale Piergiorgio Sciacqua, nonché il segretario generale Antonio Inchingoli e dei vertici del Mcl all’estero, sono state – si legge in una nota diffusa oggi – le parole di mons. Gian Carlo Perego, presidente della Cemi e della Fondazione Migrantes: “Il Movimento nasce nel 1973, l’anno dopo che l’Italia da Paese di emigrazione è diventato Paese di immigrazione, con il dimezzamento nel 1980 degli emigranti”. Un passaggio, però, che – prosegue la nota di Mcl – non ha impedito a questa realtà di testimonianza evangelica organizzata nella frontiera del lavoro di sentire sempre urgente la concreta presenza tra gli “Italiani nel mondo”. Come certificano le tante delegazioni diverse parti del globo sin dalle sue origini. Proprio interpretando, allora e ora, quello che per mons. Perego è “la sfida più urgente anche sul piano sociale e pastorale in questo panorama mondiale ed europeo della mobilità italiana: imparare a convivere come diversi condividendo lo stesso territorio geografico e sociale; imparare a convivere senza distruggerci, senza ghettizzarci, senza disprezzarci, e neanche senza solo tollerarci”. Mcl, l’esortazione dell’arcivescovo, “nei prossimi 50 anni dovrà lavorare perché l’Europa, diventi veramente una casa comune, diventi l’Europa della solidarietà, superando barriere e contrapposizioni, spazio dove la partecipazione dei giovani possa esprimersi coniugando identità e cittadinanza. La qualità ecclesiale e sociale del Movimento cristiano lavoratori, sempre pervasa da una visione popolare ed europeista, passerà dalla scelta della fraternità, non solo come principio ma come realtà su cui strutturare la vita sociale, economica e politica”.