“Noi non siamo padroni assoluti del nostro destino, possiamo e dobbiamo sforzarci di costruire un futuro migliore, per noi e per i nostri figli, ma non abbiamo la proprietà del tempo, come se fosse un conto in banca. È per questo che accanto all’impegno personale dobbiamo mettere la speranza, e sperare il bene gli uni per gli altri. Questo è il messaggio che io ricavo dal vostro tradizionale modo di salutarvi al termine del mese di Ramadan”. Lo ha scritto il cardinale arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi, nel messaggio inviato alla Comunità islamica locale in occasione della fine del Ramadan.
“Il vicino – ha aggiunto il porporato – può essere credente come me o diversamente da me, può essere ricco o povero, retto o dissoluto, ma rimane sempre il mio vicino, il vicino non è mai un estraneo: si deve gioire con lui, consolarlo se soffre, visitarlo se ammalato, dare un’occhiata alla casa quando lui non c’è, rispettarlo nella sua intimità famigliare. Sono le buone pratiche della cultura islamica, che ritrovo in quella cristiana e nei principi laici di sana cittadinanza”.