La guerra è una realtà, disumana e inaccettabile. L’esperienza, che da venticinque anni Rondine porta avanti insegna che siamo tutti “portatori sani” di nemico: un’idea perversa che, cominciando dalle relazioni, avvelena le società e porta alla disumanizzazione e all’indifferenza. Per questo c’è urgente bisogno di promuovere una cultura fondata sulla cura delle relazioni, che ripudi l’idea di nemico. È quanto emerso stamattina nell’incontro dal titolo “Cu(ltu)ra delle relazioni per la nuova comunità globale di pace” presso la Camera dei deputati, realizzato da Rondine Cittadella della Pace in collaborazione con l’associazione Cultura Italiae.
Un riconoscimento unanime per il Metodo Rondine, come strumento essenziale non solo per lavorare sulle comunità ferita dalla guerra ma anche per prevenire la degenerazione del conflitto e quindi i conflitti armati. Un metodo nato dall’esperienza di giovani provenienti da luoghi di guerra nemici tra loro, che accettano di convivere e formarsi insieme come leader di pace, praticando il dialogo e preparandosi a tornare nei propri contesti per lavorare sui conflitti. Un lavoro di venticinque anni che ha formato oltre 300 giovani provenienti da luoghi di guerra di tutto il mondo e 500 studenti di tutta Italia, grazie ai percorsi scolastici di didattica innovativa, Quarto Anno Rondine e Sezione Rondine. L’iniziativa è stata occasione per presentare il Bilancio sociale 2022 di Rondine dando luogo ad una riflessione profonda sulla stringente necessità di integrare l’educazione alla pace in ogni contesto del vivere civile.
“La relazione chiede l’ascolto dell’altro, la condivisione del dolore dell’altro perché non c’è relazione senza condivisione del dolore. Questi giovani che vivono il dolore ogni giorno, ostinatamente stanno insieme, reggono, restano, stanno nel conflitto, stanno nell’urto drammatico delle differenze esasperate che altrove portano al dolore, alla violenza, alla guerra. Ecco che il Metodo di Rondine ormai si applica nelle aziende o nelle scuole, lì dove i conflitti e le differenze quotidiane devono imparare ad armonizzarsi”, ha detto il presidente e fondatore di Rondine, Franco Vaccari.
Il card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha sottolineato l’importanza prevenire i conflitti armati lavorando sullo sviluppo dell’umano integrale: “Rondine è questo: un’iniziativa di incontro e di scambio, convinti che ogni volta che apriamo i cuori oltre i confini di casa torniamo arricchiti e per affrontare con più forza le problematiche odierne”. E ha aggiunto: “In questa prospettiva, Rondine Cittadella della Pace offre un singolare apporto nel prevenire le tragiche conseguenze di ogni tipo di conflitto mediante un’azione educativa e sociale che mira a coinvolgere gli individui, a prescindere dalla provenienza, dal credo religioso, dall’estrazione sociale, ponendosi nell’ottica del servizio alla convivenza civile e al bene comune”.
In chiusura il saluto di mons. Nunzio Galantino, presidente dell’Apsa e coautore, insieme a Giordano Remondi, del volume edito da Il Mulino “La strana coppia relazione e conflitto. Sulla rotta del Metodo Rondine”.