Parlamento Ue: in plenaria migrazioni, Mediterraneo, naufragi. Nel dibattito lo scontro destra-sinistra italiane

Jessika Roswall (Foto Parlamento europeo)

(Strasburgo) “Una situazione insostenibile e inaccettabile”: Jessika Roswall, ministra svedese degli Affari europei, è intervenuta questa sera, a nome del Consiglio Ue, durante un dibattito al Parlamento europeo sulla situazione migratoria e l’emergenza naufragi nel Mediterraneo centrale. Roswall ha esordito ricordando i dati diffusi dalla Organizzazione internazionale per le migrazioni, secondo cui “più di 400 migranti sono morti nel primo trimestre del 2023” nelle acque tra Africa ed Europa. Insiste sulla necessità di “prevenire queste tragedie”, sottolinea l’impegno a salvare vite in mare, poi chiama i Paesi Ue a una responsabilità comune. Impegna quindi il Consiglio “a onorare l’accordo che è stato trovato tra il Parlamento e la presidenza del Consiglio per riformare la legislazione europea su migrazioni e asilo”, specificando che l’impegno va ottemperato “prima delle prossime elezioni del Parlamento europeo”, ossia entro un anno.

Johannes Hahn (Foto Parlamento europeo)

Il commissario Johannes Hahn parla a nome dell’Esecutivo Ue ed esordisce affermando che “dobbiamo trattare tutti con dignità e umanità, ma anche con solidarietà per chi gestisce le frontiere di primo approdo, come l’Italia”. “La Commissione – sostiene – sta discutendo con l’Italia di eventuali altre misure di finanziamento dell’emergenza”, perché “gli arrivi sono aumentati e per questo è stato dichiarato lo stato di emergenza” dall’Italia, che però “non può farcela da sola”.
“Stiamo attuando il piano d’azione per il Mediterraneo centrale lanciato a novembre”, dice il commissario, dinanzi a un emiciclo quasi vuoto. “Continuiamo a costruire forti partnership sull’immigrazione con i Paesi di origine, transito e destinazione”, e cita la Tunisia, Paese dal quale stanno partendo i principali flussi verso le coste italiane. Poi enumera i fondi inviati all’Italia per affrontare le migrazioni (“due miliardi di euro dal 2015”); spiega lo schieramento di forze per controllare il Mediterraneo ed effettuare operazioni di salvataggio (“6 navi, 2 aerei, un elicottero e 300 persone di Frontex” che “ha finora salvato 50mila vite umane”). Si sofferma sulla necessità di “costruire una vera politica migratoria Ue”, che ancora latita, mediante il nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo, in itinere da lungo tempo.
Seguono una ventina di interventi di eurodeputati: Italia al centro dell’attenzione. C’è chi ricorda come sia il Paese che accoglie il maggior numero di arrivi, e che Lampedusa sia ormai allo stremo. C’è chi punta il dito verso il Governo di Roma, “reo” di chiudere le porte a chi cerca una vita dignitosa, “criminalizzando le Ong” ed “elevando nuovi muri”. Un deputato ricorda che “l’Italia ha proclamato lo stato di emergenza per l’arrivo di 30mila migranti, mentre in Polonia e in Germania ci sono un milione di ucraini rifugiati”: ma evidentemente l’oratore non conosce il pregresso dei flussi in arrivo nel Belpaese. I deputati italiani che intervengono mandano in scena la solita diatriba interna tra destra e sinistra, tra pro-governo e opposizioni. La solidarietà europea verso l’Italia, e la mano tesa ai Paesi di partenza e di transito anche in chiave di cooperazione allo sviluppo, sembrano essere le vie, pur difficili, per far fronte a una situazione che va ben oltre l’emergenza.

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