Folla nella parrocchia di San Filippo Neri a Milano per le esequie di Julia Ituma, la giovane campionessa di volley precipitata dal balcone di un hotel di Istanbul dove si trovava con la sua squadra, la “Igor Volley Novara”, per una partita di Champions League.
In chiesa, attorno al feretro coperto di rose bianche, la mamma, Elisabeth, straziata da un pianto irrefrenabile, la sorella Vanessa, anche lei giocatrice di volley, le compagne di squadra, molte in lacrime, i dirigenti del club tra cui il dg, Enrico Marchioni, tanti giovani, la gente della “Bovisasca”, il quartiere dove la ragazza era cresciuta nello sport di base frequentando l’oratorio. Presenti, in prima fila, il ministro dello Sport, Andrea Abodi, il presidente della Lega Volley femminile, Mauro Fabris, Francesca Piccinini, ex campionessa azzurra e ora dirigente dell’Uyba, e il console nigeriano a Milano.
Tutti riuniti, anche sul sagrato dove la celebrazione è stata diffusa in audio, per ricordare Titu, come Julia era chiamata affettuosamente.
In conclusione, un ricercatore del Politecnico, amico della famiglia Ituma, ha brevemente ricordato Julia, una ragazza, ha detto, “orgogliosa di imparare e di apprendere, che aveva grandi progetti, tante qualità in diversi campi e aveva già iniziato a prepararsi al test di ingresso all’Università. Penso a tutti i progetti che si facevano con lei. Ragazzi vi prego di coltivare la cultura e lo studio che danno la libertà vera, la costruzione di una persona. Non sussurrate le parole, ditele ad alta voce le vostre parole”.
All’uscita, il feretro è stato accompagnato da un lungo applauso sul sagrato; alcuni amici hanno liberato palloncini gialli e blu, i colori della polisportiva San Filippo Neri, dove Julia si era formata allo sport. Poi, l’ultimo viaggio verso il Cimitero Maggiore di Milano.