Continua la crescita del numero di occupati tra coloro che hanno conseguito un titolo di studio nei percorsi di IeFp (Istruzione e formazione professionale) e tocca livelli mai raggiunti prima. A tre anni dal conseguimento del titolo, infatti, risulta occupato il 67,7% dei qualificati e il 71,5% dei diplomati. È quanto emerge dalla Quarta indagine sugli esiti dei percorsi di Ifts e IeFp che analizza, in particolare, la situazione dei giovani usciti dalla IeFp (qualificati e diplomati) alla fine di gennaio 2020, a 3 anni di distanza dal conseguimento del titolo. I risultati dell’indagine sono stati anticipati oggi dall’Inapp (Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche) nel corso di un seminario.
“Si tratta di un ulteriore passo in avanti rispetto ai già considerevoli valori registrati due anni prima, rispettivamente del 62,2% e 69,2%”, ha affermato Sebastiano Fadda, presidente dell’Inapp, secondo cui “da questo punto di vista, i percorsi dell’IeFp rappresentano probabilmente il luogo di incontro più promettente tra mondo della formazione e mondo del lavoro. Lo dimostrano anche i dati sul livello di coerenza tra lavoro svolto e iter formativo e quelli sul grado di soddisfazione degli stessi occupati”.
Dall’indagine emerge inoltre che anche tra i non occupati, si registra comunque un effetto “occupabilità”: la quota di inattivi tra quanti hanno conseguito un titolo di studio è davvero residuale, non supera l’1%. “In altre parole – viene spiegato dall’Inapp in una nota –, se non si è occupati si è comunque attivi. È così per il 28% dei diplomati: con il 14% in cerca di lavoro, l’8,7% in formazione e il 5,3% impegnato in altre attività. Ed è così anche per i qualificati: con il 9% di giovani che sono in formazione, il 4% impegnato a vario titolo (stage, servizio civile, ecc.) e il 3,4% in cerca del primo impiego”.
“Molto interessante” viene definito anche il dato relativo agli stranieri diplomati, che supera il 77% degli occupati; due punti percentuali in più il valore dei disoccupati rispetto alla media nazionale e 1,8 punti in meno il dato sui giovani in formazione (6,9% contro 8,7% del totale). Il dato sugli inattivi e sugli impegnati a vario titolo risulta praticamente pari a zero.