“I tatari di Crimea, e in particolare coloro che si oppongono all’annessione illegale della Crimea o esprimono dissenso, sono soggetti a numerose gravi violazioni dei diritti umani, persecuzioni, discriminazioni e stigmatizzazioni da parte delle autorità di occupazione russe. Ciò è ulteriormente rafforzato da una cultura di impunità per tali violazioni che è prevalente nella penisola”. Lo ha dichiarato la commissaria per i Diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, pubblicando un rapporto sulla situazione dei diritti umani dei tatari di Crimea nella Repubblica autonoma ucraina di Crimea e nella città di Sebastopoli, annessa illegalmente dalla Federazione russa nel 2014 e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022. La relazione ricorda che il “diritto umanitario internazionale proibisce a una potenza occupante di applicare le proprie leggi penali sul territorio occupato”. La commissaria chiede “la fine di tutti i procedimenti penali basati sull’uso improprio delle leggi russe contro l’estremismo e l’antiterrorismo, o di altre accuse analogamente spurie, che colpiscono diversi membri della comunità tatara di Crimea”. Mijatović chiede “un trattamento umano per tutte le persone detenute in Crimea e in Russia”. Sulle “scomparse forzate” di decine di tatari della Crimea: “Tutti i responsabili di queste gravi violazioni dei diritti umani devono essere assicurati alla giustizia”, ha sottolineato. “I tatari di Crimea sono parte integrante della comunità europea e della sua storia”.