(da Salerno) – Da un anno è costretto a vivere sotto scorta per le minacce ricevute dalla camorra. Oggi ha portato la sua testimonianza davanti ai 660 delegati Caritas da 173 diocesi: è don Maurizio Patriciello, parroco del Parco Verde a Caivano, in provincia di Napoli, territorio tristemente noto come Terra dei fuochi, per i veleni sotterrati dalla criminalità organizzata che causano inquinamento ambientale e tumori nella popolazione. “Non tutti sanno che, se oggi in Italia c’è una legge sui reati ambientali – ha ricordato -, è grazie alle sofferenze, alle malattie, ai morti e alle battaglie delle persone nella Terra dei fuochi”. Don Patriciello ha raccontato diverse storie drammatiche avvenute nella sua zona, definita “la piazza di spaccio più grande d’Europa”. Dalla scomparsa e uccisione di un giovane affiliato alla camorra alle minacce della nonna, una donna di camorra – “sono più fetenti dei maschi quando ci si mettono” -, fino alla terribile tragedia della piccola Fortuna Loffredo, violentata a 6 anni e poi gettata nel vuoto. Ora il suo assassino Raimondo Caputo è all’ergastolo ma don Patriciello si trova in parrocchia le famiglie di vittime e carnefice, che abitano nello stesso palazzo. “La piccola Fortuna è morta, la mamma ha chiesto di aiutarla a crescere gli altri due figli ma non ci sono state risposte se non dalla Chiesa – ha detto -. È stata aiutata da un confratello a Reggio Emilia. Ora i ragazzi stanno avendo un futuro migliore. Noi viviamo in questa realtà… felici… e siamo lì ad annunciare il Vangelo con sete di verità”. Don Patriciello ha invitato i delegati Caritas ad essere, nella Chiesa italiana, “il sale, la luce, il lievito” per portare ogni “parrocchia e diocesi a vivere la carità”.