Spiritualità: famiglia Aponte e Idi, donata al Papa la “barca di tutti”

(Foto: Idi)

“La barca di tutti” è nelle mani di Papa Francesco. Si tratta di una riproduzione minuziosa de “La Barca di Pietro” perché l’originale, risalente a 2.000 anni fa e dissotterra nel 1986 dalla melma del lago di Tiberiade in secca – luogo indicato dai Vangeli quale sede principale delle predicazioni di Gesù -, è in mostra al centro Ygal Allon nel museo di Ginosar in Galilea. La copia donata al Pontefice, quale “instancabile promotore di incontro e dialogo tra popoli e culture diverse”, spiega Paolo Giordani, presidente dell’Idi, è stata realizzata dalla famiglia Aponte, armatori di Nlg (Navigazione Libera del Golfo) e delle navi da crociera Msc, con la collaborazione dell’Istituto diplomatico internazionale di Roma.
“Benedicendo l’imbarcazione prima dell’udienza generale, il Santo Padre ha sottolineato come quella ricevuta sia ‘la barca di tutti’, una frase che attesta la coerenza di un uomo che fin dalla sua elezione ha dimostrato una particolare attenzione al debole e al povero, al migrante e al rifugiato”, precisa Giordani.
L’opera è stata realizzata a mano dagli Aprea, storica famiglia di maestri d’ascia della penisola sorrentina, dopo approfonditi studi archeologici. Nello specifico, gli artigiani hanno utilizzato la tecnica dei “legni a incastro” (fissati con pioli e chiodi).
“Una tecnica importata dall’area mediterranea, in vigore dal secondo millennio a.C. fino all’epoca bizantina esclusa, applicata non su un materiale ligneo unico, ma su materiali misti: cedro, quercia”, aggiunge Giordani. “Desideriamo ringraziare tutti quelli che hanno partecipato alla ricerca e agli studi storici, alla fornitura di materiali identici a quelli originali risalenti a 2.000 anni orsono e ai maestri d’ascia, che hanno lavorato con impegno e bravura per costruire un’imbarcazione identica a quella descritta nei testi storici”, commenta Maurizio Aponte, direttore di Nlg.
“Durante la pandemia da Covid-19, rivolgendosi al mondo costretto ad affrontare con dolore e sacrifici un momento storico così drammatico, il Papa, timoniere della Chiesa, ci aveva fatto sentire costantemente la sua vicinanza attraverso la preghiera, dandoci la certezza che ‘Dio non ci lascia in balia della tempesta’. Ebbene, con questo omaggio al Sommo Pontefice, dopo dieci anni di ministero, abbiamo voluto dare corpo a un’immagine di straordinario valore simbolico: nessuna nave, nella storia, ha navigato quanto l’umile barca di Pietro il pescatore, dal lago di Tiberiade fino a Roma e da Roma fino ad ogni angolo del mondo, per pescare uomini. La ‘barca di Pietro’ che consegniamo non è solo un oggetto di straordinario pregio, ma un messaggio che speriamo tocchi i cuori ed esorti tutti a rifiutare la cultura dell’indifferenza e dell’esclusione”, dichiara Giordani. Provvisoriamente la navicella si trova nella sala Paolo VI e sarà meta di pellegrinaggio, di “nuovi pesci” “da portare nella riva del Signore”.

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