Mercoledì 19 aprile, alle ore 18, nella Sala dell’ex Cinema comunale di Castelfidardo sarà presentata una nuova rivista di storia, arte e cultura dal titolo “Da Castello a Città” edita dal Centro studi storici di Castelfidardo. L’iniziativa è partita dall’idea di Marco Moroni, Maria Catia Sampaolesi, Tiziano Baldassari e Marino Cesaroni da tempo impegnati nel campo della ricerca, della pubblicistica e dello studio dei tanti aspetti inerenti le caratteristiche del territorio. La pubblicazione ha avuto il sostegno della Somipress e dell’Amministrazione comunale di Castelfidardo.
Diversi gli autori che hanno accettato di pubblicare in questo numero: Marco Moroni (“Castelfidardo da Castello a Città”); Riccardo Sampaolesi (“Uniformi ed armi dell’esercito pontificio nella battaglia di Castelfidardo (1860)”); Maria Catia Sampaolesi (“L’emigrazione da Castelfidardo ieri e oggi”); Tiziano Baldassarri e Ranieri Bocchini (“Evoluzione urbanistica nel XX secolo”); Marino Cesaroni (“Il ruolo formativo e sociale della parrocchia S. Stefano”); Eugenio Paoloni (“La Fondazione duca Roberto Ferretti di Castelferretto”); Laura Lanari (“Crescere al Museo del Risorgimento di Castelfidardo”); Sandro Strologo (“Gervasio Marcosignori: un grande della fisarmonica”); Renato Biondini (“Franco Campanari, un artista fidardense di rilievo internazionale”); Paola Mancinelli (“Scolpire l’eterno: arte e religione in Franco Campanari”); Marta Lilliù (“Per nessuna ragione, romanzo d’esordio di Francesca Bugiolacchi”).
Si tratta di uno spaccato della realtà fidardense, ma l’ambizione della rivista, in fase di registrazione che sarà diretta da Marino Cesaroni, spiega una nota, “è quella di coinvolgere giornalisti e scrittori dei paesi e delle città confinanti per conferire alla pubblicazione una veste di animazione culturale in un momento particolare e complesso della vita delle nostre comunità per la carenza di occasioni di dibattito necessario per il confronto e per la crescita complessiva della società. Senza confronto non c’è innovazione e senza innovazione non c’è crescita e soprattutto coesione sociale e benessere diffuso”.