Lavoro: Marras (Psl Sardegna), “Regione in situazione di debolezza strutturale, avere il coraggio di cambiare e fare più di un passo verso il futuro”

(Foto: Conferenza episcopale sarda)

“Negli ultimi 12 mesi in Sardegna sono state cancellate, parola dell’Istat, 14 mila opportunità lavorative, contro solamente 3mila create. Ben 28mila sono rimaste inevase perché non si trovano persone con la professionalità richiesta, segno dei grandi cambiamenti del mondo del lavoro e del fatto che il livello di occupabilità, di competenze dei lavoratori, è evidentemente inadeguato rispetto alla richiesta delle imprese”. Si presenta all’insegna del realismo Gilberto Marras, responsabile della Pastorale sociale e del lavoro della Conferenza episcopale sarda dall’autunno scorso.
“Siamo in un inverno professionale e demografico che registra l’impossibilità per molte imprese di trovare sul mercato lavoratori giovani da impegnare anche solo stagionalmente. Non perché gli under 30 scappano da lavori sottopagati, ma in quanto non ci sono fisicamente”, osserva, spiegando che “quelli capaci tendono a uscire dal contesto regionale alla ricerca di opportunità più strutturate e tanti, troppi di quelli che restano, rifluiscono in uno spazio vuoto di qualsiasi impegno. Se ci pensiamo, non c’è più l’esercito di riserva della manodopera”. “La terza rivoluzione industriale, che ha al centro le competenze prima che la produzione, ha stravolto la vita delle nostre comunità, impreparate sul piano del welfare, con politiche attive del lavoro fino a ieri fallimentari”, aggiunge Marras.
In Sardegna la condizione giovanile è definita “drammatica”: disoccupazione oltre il 40%; il 12% dei ragazzi/e abbandona precocemente gli studi e il 26% dei giovani tra 15 e 29 anni non lavora, non studia, non è in formazione continua (neet).
“La Sardegna – afferma il responsabile della Pastorale sociale e del lavoro regionale – si trova in una situazione di debolezza strutturale: processo di delocalizzazione avviato dall’industria pesante, da decenni le istituzioni mancano di una visione industriale proiettata verso il futuro; interventi di politica economica mirati al salvataggio sociale più che allo sviluppo”.
La Pastorale sociale e del lavoro regionale chiede scelte coraggiose da accompagnare a quelle della politica, che non possono tardare ulteriormente se non si vuole marginalizzare ancora di più la Sardegna, in Italia e soprattutto in Europa. “Dobbiamo avere il coraggio di cambiare – dice Marras – e fare più di un passo in avanti, verso il futuro. Mentre si difende il posto di lavoro puntare su istruzione pubblica e privata, formazione professionale e inclusione sociale; lasciare spazio e incoraggiare l’impresa socialmente responsabile, che non delocalizza; cambiare i procedimenti amministrativi per valorizzare e non soffocare le energie di imprenditori e lavoratori”.

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