”Gesù, dalla forma di Dio, ha assunto la forma di servo, ma attenzione: non un servizio di quelli che tutti dicono: che bravo!, un servizio da applaudire, che fa notizia. No. Un servizio nascosto, umile, a volte anche umiliante. Questa – lo sappiamo – è la strada da seguire per ogni cristiano”. Lo scrive il Papa, nel discorso scritto consegnato durante l’udienza ad una delegazione di Fratelli Oblati Diocesani. Poi il Papa si sofferma sul carisma dell’oblazione: “Ne parlava spesso Madre Teresa: la gioia di servire”. “Quando Maria è andata ad aiutare Elisabetta, non c’erano fotografi ad aspettarla, non c’erano giornalisti”, fa notare Francesco: “Nessuno l’ha saputo. E proprio qui sta la gioia: che lo sa solo il Signore! La beatitudine del servizio”. “Essere fedeli a una terra, a un popolo, a una diocesi”, l’altro tratto tipico degli Oblati: “A volte vorremmo salvare il mondo! Ma Dio ti dice: sii fedele a quel servizio, a quelle persone, a quell’opera… Gesù ha salvato il mondo dando la vita per le pecore perdute della casa d’Israele, e così ha compiuto la fedeltà del Padre; ha amato fino alla fine quelli che il Padre gli aveva dato, ha versato il suo sangue per loro, e così lo ha versato per tutti”. “Questa è la legge dell’amore”, commenta il Papa: “non si può amare l’umanità in astratto, si ama quella persona, quelle persone. La fedeltà è un bene raro! Il servizio diocesano è una scuola di fedeltà. E voi lo fate con il vostro essere fratelli oblati. Fraternità, oblazione, diocesanità. Un bel programma di vita!”.