Nigeria: Amnesty international, “nove anni dopo il rapimento delle ragazze di Chibok, il governo ancora non protegge i minori”

Nove anni dopo il rapimento, da parte del gruppo armato Boko haram, di 276 studentesse di una scuola femminile di Chibok, 98 di loro sono ancora in stato di prigionia. Da allora si sono verificati numerosi altri rapimenti, rivelando – secondo Amnesty International – “il totale fallimento delle autorità nigeriane nell’imparare dal dolore provocato dall’episodio di Chibok e, in ultima analisi, nel proteggere i minori”.
Da quando le studentesse di Chibok sono state rapite da Boko haram, moltissime scuole sono state prese di mira, con ragazze rapite, violentate, uccise o costrette a “sposarsi”. Le autorità nigeriane, tuttavia, “non hanno condotto una sola indagine che fosse credibile sulle carenze di sicurezza che hanno costretto bambini e bambine a subire le atrocità commesse da Boko haram e da altri gruppi armati”. “I genitori delle 98 studentesse di Chibok che sono ancora prigioniere di Boko haram – così come altri bambini e bambine rapiti dal gruppo armato – stanno vivendo in uno stato di angoscia, sapendo che i loro figli e le loro figlie sono nelle mani di individui spietati che sottopongono i loro cari a brutalità agghiaccianti”, ha dichiarato Isa Sanusi, direttrice ad interim di Amnesty International Nigeria. “È giunto il momento che le autorità nigeriane intraprendano azioni serie per contrastare individui e gruppi armati come Boko haram. La Nigeria ha l’obbligo di prendere provvedimenti a tutela di tutti i minori; la mancanza di responsabilità per questi crimini spietati ne sta alimentando l’impunità. Le studentesse di Chibok scomparse devono essere riportate a casa dalle loro famiglie e tutti coloro che hanno commesso e commettono gravi violazioni devono essere sottoposti alla giustizia”. Tra dicembre 2020 e marzo 2021, sono stati almeno cinque i casi di rapimento segnalati nel nord della Nigeria, anche nei confronti di scuole, a Kankara, Kagara, Jangebe, Damishi Kaduna, Tegina e Yawuri. La minaccia di ulteriori attacchi ha portato, invece, alla chiusura di oltre 600 istituti scolastici nel nord del paese.

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