“Dobbiamo aiutarci a cercare i nuovi modi di pastorale, che sono particolarmente utili alla sensibilità e adatti alle attese degli uomini di oggi, giovani compresi, i quali non si sentono compresi nei loro schemi di vita, a volte da noi sconosciuti. Insieme senza perderci di coraggio, ma stimolati dalle sfide che il mondo oggi ci presenta, costruiamo non una nuova Chiesa, ma una Chiesa nuova”: lo ha detto il card. Oscar Cantoni vescovo di Como, nella Messa celebrata questa mattina al Santuario della SS. Trinità Misericordia in Maccio (Co), con i religiosi che compiono rispettivamente 70, 65, 60, 55, 50, 40, 25, 10 anni di ordinazione presbiterale. Il pensiero del vescovo Cantoni è andato innanzitutto ai preti anziani ai quali ha chiesto di “offrire uno sguardo amabile, offrendo la vostra vicinanza. Mostrate la compassione di un padre condividendo con quanti si avvicinano a voi le miserie della loro vita. Avete il tempo per svolgere un ministero di ascolto. Come ripete spesso papa Francesco, fate la pastorale dell’ascolto”. Ai preti dell’età di mezzo ha ricordato che “Ci può essere un po’ di delusione, magari per avere perso lungo le diverse stagioni anche un po’ di entusiasmo e di grinta. L’importante è rendersene conto e accettare di tendere a una necessaria ulteriore evoluzione. Rimane il piacere di appartenere a un unico Corpo, di lavorare in un unico Presbiterio, di lottare insieme. Fatevi forti per fare un passo avanti. Ogni crisi è una occasione per una nuova evoluzione” ha aggiunto. Poi rivolto ai preti giovani, ha affermato: “Qui c’è la grazia degli inizi, l’entusiasmo per i primi progetti. Voi sentite la grazia dell’unzione ricevuta, ma anche l’ansia delle fatiche apostoliche, dei numerosi impegni pastorali e delle attese del popolo di Dio che continuamente si aggiungono. Non paralizzatevi davanti alle paure e alle difficoltà, fuggendo dalla tentazione di rifugiarsi nella rigidità. Dio ha fiducia in voi e vi assicura il suo sostegno. Non aspettatevi un mondo ideale, una comunità ideale per vivere, una Chiesa ideale per evangelizzare, ma create le condizioni perché ogni persona possa veramente incontrarsi con Gesù”. Infine una raccomandazione per tutti, la stessa di san Francesco di Sales: “fare ogni giorno un tempo di adorazione eucaristica (magari un’ora) e a chi per caso per quel giorno fosse molto impegnato, di farne due! Questo per non cadere in quella forma di neo-pelagianesimo che tende a sopravvalutare l’uomo e i suoi progetti, dimenticando che il Salvatore è Dio e non noi! Questa consapevolezza può liberarci da molti guai, soprattutto da quella irrequietezza che ci rende spesso davanti ai nostri fedeli amari e troppo preoccupati, incapaci di essere per loro un segno visibile della tenerezza di Dio Padre. Solo un pastore sereno e lieto può diffondere anche sugli altri il fuoco caldo della fede”.