“Ribadiamo che salvare vite è un dovere morale e un obbligo legale per gli Stati membri secondo il diritto internazionale e che tutti gli attori coinvolti nelle operazioni di ricerca e soccorso devono agire in modo legale e assicurare un’azione rapida e coordinata”. Lo ha detto una portavoce della Commissione europea durante il briefing quotidiano con la stampa a Bruxelles, rispondendo a una domanda sulla dichiarazione dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Iom) sulle morti nel Mediterraneo Centrale nel primo trimestre del 2023. Secondo la nota diffusa ieri dall’Iom, con 441 morti, il primo trimestre di questo anno è quello che registra più decessi nel Mediterraneo Centrale dal 2017: circa la metà risulterebbero collegati ai ritardi nei soccorsi o all’assenza di risposte. Sulle operazioni di ricerca e soccorso in mare, la portavoce Ue ha spiegato che “il gruppo Ue sulle operazioni di Search and Rescue si è riunito per la prima volta, dopo due anni, lo scorso 31 gennaio e poi c’è stata un’ulteriore riunione a il 27 e 28 febbraio per discutere principalmente di una maggiore cooperazione tra gli Stati Ue e del rafforzamento del coordinamento”. Il prossimo incontro è previsto prima dell’estate. Il gruppo “sta lavorando sul miglioramento della consapevolezza della situazione, di una migliore cooperazione e conoscenza delle leggi esistenti e sull’opportunità in futuro di un lavoro congiunto con l’organizzazione marittima internazionale”, conclude la portavoce.