“La nostra famiglia Aris naviga sulla scia tracciata dalla barca di Pietro, di cui ella Santità è oggi timoniere. E lei sa che naviga in un mare, se non in tempesta, certamente agitato. Anzi molto spesso ci troviamo a navigare controcorrente, con il nostro carico di fragilità umana. Lottiamo per non naufragare tra le onde provocate da quella cultura della morte che sembra sempre più appropriarsi della scena di questo mondo, dall’individualismo sfrenato generato dall’ossessione del potere, dall’egoismo figlio diretto del consumismo ad ogni costo. Difficile dire chi ne sia esente”. Lo ha affermato questa mattina padre Virginio Bebber, presidente dell’Associazione religiosa degli Istituti socio-sanitari, rivolgendosi a Papa Francesco durante l’udienza che il Santo Padre ha concesso ai membri dell’Aris.
“Qui davanti a lei vede la nostra vera, immensa ricchezza”, ha sottolineato il camilliano, spiegando che “La vede negli occhi, seppur spenti, pieni di amore dei nostri fratelli dell’Istituto Serafico di Assisi, nella gioia che esprimono gli eredi dei primi mutilatini accolti dal beato don Carlo Gnocchi, di quanti ancor oggi raccolgono il frutto della missione tra i diseredati di questo mondo, portata a compimento dai santi don Luigi Guanella e don Luigi Orione; la vede in quanti testimoniano la forza e il coraggio di vivere che la Lega del Filo d’Oro incute in quelli che, sordo-ciechi, affianca nel loro cammino”. “Ma la vede anche – ha proseguito – attraverso l’entusiasmo di coloro che rappresentano, oggi proprio qui davanti a lei, le migliaia di medici, infermieri, amministrativi che hanno accettato di condividere con noi il carisma delle nostre fondatrici e dei nostri fondatori. E continuano ancor oggi a restare fedeli a quella missione condivisa, pur se i tempi difficili che stiamo attraversando, difficilissimi per noi, richiedono tanti sacrifici”.