“La preoccupazione che emerge da queste manifestazioni, è l’Europa. I manifestanti stanno dicendo chiaramente di voler andare verso l’Europa e di non essere condotti in Russia. Questo è il grido della piazza e la legge è stato solo un motivo per protestare”. A spiegare in linea diretta cosa sta succedendo nelle strade di Tbilisi, è mons. Giuseppe Pasotto, amministratore apostolico del Caucaso dei Latini. Nel comunicato di questa mattina – informa Pasotto – il governo ribadisce il suo impegno volto a garantire la pace e la stabilità del Paese e la decisione di continuare a muoversi verso l’Europa “con dignità che è la scelta principale del partito”. “Ufficialmente c’è sempre questa opzione per l’Europa”, spiega il vescovo. “Ma agiscono poi in modo da andare in tutt’altra direzione”. La Georgia aveva fatto domanda per entrare in Ue ma è stata lasciata per così dire in “lista d’attesa” mentre sempre nell’ambito dello stesso vertice, i 27 leader dell’Unione europea hanno deciso di concedere all’Ucraina e alla Moldavia lo status di Paesi candidati all’ingresso nell’Ue. Il vescovo ricorda a questo proposito le 11 indicazioni che ha dato l’Unione Europea per consentire il via libera all’iter. Il governo però non le ha completamente esaudite, tra cui il punto sugli oligarchi. “Ci sono alcuni punti – dice Pasotto – che non si è voluto toccare e l’Europa è stata ultimamente abbastanza dura sulle sue richieste. Il rischio è che il governo si irrigidisca sempre di più”. “A questo punto bisogna vedere cosa succede”, prosegue il vescovo. Intanto la protesta va avanti e “anche se il governo sospende la legge e la ritira, loro continueranno a manifestare”. Hanno fatto il giro dell’Europa le immagini dei cannoni ad acqua sparati contro i manifestanti. “Amare la Georgia – osserva mons. Pasotto – vuol dire trovare un’idea comune per farla crescere e non intraprendere la strada dello scontro. La violenza genera sempre divisione e non porta da nessuna parte. Distrugge, non costruisce”. A questo proposito mons. Pasotto rilancia l’appello lanciato su Facebook dai giovani cattolici della Georgia (Center for catholic youth of Georgia): “è assolutamente inaccettabile il modo con cui i poliziotti trattano i cittadini che esprimono liberamente la loro libertà di parola, secondo la legge del nostro paese. Allo stesso tempo, esortiamo tutti i giovani presenti alla manifestazione a mantenere la calma il più possibile”.