“E’ tempo di rilanciare una nuova visione per un umanesimo fraterno e solidale dei singoli e dei popoli”. Lo ha ribadito mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita (Pav), oggi a Najaf, in Iraq, prendendo la parola nell’ambito del 3º convegno internazionale “Cattolici e sciiti davanti al futuro. A due anni dalla visita di Papa Francesco in Iraq”, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio insieme all’Istituto Al-Khoei di Najaf.
In apertura del suo intervento, mons. Paglia ha presentato la Pontificia Accademia per la Vita: “Ultimamente, Papa Francesco ha voluto che ne facessero parte anche studiosi provenienti dalle diverse tradizioni religiose, perché il tema della ‘vita’ coinvolge sempre più l’intera comunità umana. Negli ultimi decenni, in effetti, il mondo cambia ad una velocità sempre maggiore, e soprattutto nel versante della tecnologia. La velocità dello sviluppo della tecnica è di gran lunga superiore a quella delle altre scienze come la filosofia, il diritto, la teologia. A mio avviso, le religioni – tutte le religioni, ma particolarmente quelle abramitiche -, sono chiamate ad un confronto con questo nuovo mondo per offrire quel contributo di sapienza che salva l’umanità dal cadere nell’abisso”.
Mons. Paglia ha declinato tre sfide da affrontare: la prospettiva “iperindividualista” che sta sconvolgendo tutti i rapporti sociali, frammentandoli e indebolendoli; la necessità di una nuova comprensione del termine “vita”; “la sfida delle tecnologie che consentono di manipolare l’umano e infatti da decenni si parla di post-umanesimo, trans-umanesimo, umanità potenziata, e così oltre”. In tale orizzonte appare decisivo il richiamo all’etica, ossia alla centralità della persona umana e della famiglia umana. “Le religioni, ha insistito mons. Paglia, hanno un ruolo particolarmente importante, proprio perché – partendo dalle tre religioni abramitiche – propongono la centralità dell’uomo e della famiglia umana per ogni sviluppo che sia tale. Abbiamo coniato persino un nuovo termine: di fronte al rischio di una vera e propria dittatura dell’algoritmo – possiamo chiamarla algocrazia – Papa Francesco ha proposto un altro termine, algoretica, appunto per piegare la tecnica all’uomo, non viceversa”. “Ciò che risulta sempre più urgente – ha concluso mons. Paglia – è l’elaborazione e la tematizzazione di nuovi diritti per l’uomo nell’era delle tecnologie emergenti, che possano stabilire i confini dell’avanzamento dell’emergere delle tecnologie.
La delegazione della Comunità di S. Egidio in Iraq è composta dal fondatore Andrea Riccardi, il presidente Marco Impagliazzo, mons. Vincenzo Paglia e i cardinali Ayuso, Coutts e Sako (patriarca di Baghdad dei Caldei). Da parte sciita sono presenti numerosi religiosi dell’alto seminario sciita di Najaf, nonché rappresentanti da altri paesi del Medio Oriente e dall’Europa.