Processo in Vaticano: in aula non si presentano alcuni testimoni, tra cui il fratello del cardinale Becciu

Nella 49ª udienza in corso in Vaticano per gli investimenti della Segreteria di Stato a Londra, molti dei teste che oggi avrebbero dovuto presentarsi in aula non sono venuti. Tra di loro – ha riferito il “pool” di giornalisti ammessi nell’Aula polifunzionale dei Musei Vaticani – anche Antonino Becciu, titolare della Cooperativa Spes e fratello del cardinale Angelo, tra i dieci imputati nel processo. L’unico ad essersi presentato è stato il cugino di Fabrizio Tirabassi, Felice Liberatore, sentito sulla perquisizione della guardia di Finanza a Celano, nel 2020, nei locali di Celano appartenuti al padre di Tirabassi e poi passati al figlio. In particolare Antonino Becciu don Mario Curzu – implicati in un procedimento in corso in Italia e qui in Vaticano coinvolti solo come teste – attraverso il loro legale, Ivano Iai, hanno sostenuto di non essersi presentati perché a loro detta in Vaticano, a differenza che in Italia, non ci sarebbero garanzie per un giusto processo nei confronti di chi è già coinvolto in un altro procedimento. A questo punto il presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, ha letto un’ordinanza in cui si dichiaravano destituiti di ogni valore giuridico, e dunque irricevibili, sia il rifiuto dei due teste a presentarsi in aula che i rilievi del loro legale. Pignatone leggendo l’ordinanza ha dichiarato: “Si vuole mascherare con argomenti giuridici la non disponibilità a testimoniare sui fatti oggetto di questo processo”, riconvocando quindi i due testimoni per l’udienza del 31 marzo e sottolineando che “nell’ordinamento vaticano ci sono tutte le garanzie per un giusto processo”. Stamattina non si è presentato in aula neppure l’architetto Capaldo, già sentito dal Promotore di giustizia, Alessandro Diddi, ma non da tutte le difese degli imputati, che hanno denunciato e deplorato la circostanza. Pignatone ha riconvocato il teste per le udienze del 29 o del 30 marzo, dicendo: “Se non viene non sarà più sentito”. All’inizio dell’udienza, l’avvocato Scaroina, che difende la Segreteria di Stato che si è costituita parte civile, ha riferito che non è stata trovata alcuna traccia di rapporti tra la Segreteria di Stato e Cecilia Zulema, il cui vero nome è Cecilia Marogna. La prossima udienza è in programma domani, alle 15.30, con il seguito dell’interrogatorio ai vertici della Gendarmeria Vaticana, De Santis e Gauzzi.

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