“Il Malawi sta vivendo l’epidemia di colera più letale della sua storia. Il Paese sta anche lottando per rispondere a un’epidemia di polio e ai casi di Covid-19 in corso in tutto il Paese. Le risorse sono limitate, il sistema sanitario è sovraccarico e gli operatori sanitari sono ridotti al limite. Sono tempi incredibilmente difficili per i bambini del Malawi. Da quando l’epidemia è stata ufficialmente annunciata, poco più di un anno fa, il colera si è diffuso in tutti i 29 distretti del Paese, colpendo più di 50.000 persone con oltre 1.500 morti (al 2 marzo). Tra queste, più di 12.000 bambini hanno contratto il colera e 197 sono morti”. Le condizioni per questa letale epidemia di colera sono state probabilmente causate dalle tempeste tropicali Ana e Gombe che hanno colpito il Malawi poco più di un anno fa, combinate con il cronico sottofinanziamento delle infrastrutture idriche e igieniche e con l’interruzione delle campagne di prevenzione del colera a causa della pandemia da Covid-19. Secondo l’Unicef, senza un’azione immediata e adeguata l’epidemia può peggiorare. A ciò si aggiunge l’attuale stagione magra, in cui si prevede che milioni di malawiani saranno insicuri dal punto di vista alimentare. I bambini sono quelli che soffrono di più a causa di questa crisi. Con il riscaldamento del pianeta, è probabile che il Malawi sia colpito da rischi peggiori indotti dal clima, come tempeste più forti e siccità. Oggi si stima che 4,8 milioni di bambini, ovvero un bambino su due nel Paese, abbiano bisogno di aiuti umanitari. Entro la fine di marzo, si prevede che quasi un quarto di milione di bambini (più di 213.000) sotto dei cinque anni di età sarà colpito da malnutrizione acuta e oltre 62.000 da malnutrizione grave. Poiché un bambino gravemente malnutrito ha 11 volte più probabilità di morire di colera rispetto a un bambino ben nutrito, una crisi di colera può rappresentare una condanna a morte per migliaia di bambini in Malawi. L’Unicef ha lanciato un appello per 52,4 milioni di dollari per fornire aiuti, servizi e supporto tecnico salvavita nei settori dell’acqua, dei servizi igienici, della salute e dell’Hiv, dell’istruzione, della nutrizione, della protezione dell’infanzia e della protezione sociale. “Per prevenire future epidemie di colera, dobbiamo sostenere il Paese con investimenti significativi nelle infrastrutture sanitarie, idriche e igieniche”, conclude.