“Anche negli scenari di guerra, non solo in Europa, ma purtroppo in tutto il mondo, vediamo come le donne ne subiscano per prime e più duramente le conseguenze e come siano costrette alla fuga, a lasciare la famiglia ed il proprio Paese”. Lo dice Chiara Volpato, responsabile del Coordinamento Donne Acli, illustrando – alla vigilia della della Festa della donna – l’attività di sensibilizzazione che la realtà associativa porta avanti da mesi riguardo alla condizione della donna in Iran, Afganistan e Siria ma anche e soprattutto Ucraina, dove le Acli hanno una sede di Patronato. “Nello specifico, a livello territoriale le Acli stanno compiendo attivamente numerose attività di accoglienza ed integrazione per le donne ucraine segnate dalla guerra, o per quelle in fuga dalla dittatura e dalla povertà”, prosegue Volpato: “sensibilizzare ed accogliere sono le due facce della stessa medaglia e, come Donne Acli, cerchiamo di fare la nostra parte”. Se la situazione internazionale è preoccupante, non lo è di meno quella italiana sul fronte violenze e femminicidi. “Sebbene le vittime siano, fortunatamente, diminuite, tuttavia gli ammonimenti per violenza domestica, la specifica misura amministrativa che consente al Questore di sanzionare tempestivamente chi attua comportamenti persecutori verso le donne, sono più che raddoppiati”, spiega ancora la responsabile: “Analogamente ciò è avvenuto anche per il Codice Rosso. Si tratta di misure importantissime, tuttavia ancora troppo poco conosciute: nella diffusione di questa consapevolezza tra le donne, un’organizzazione come la nostra gioca un ruolo fondamentale, sia per la presenza capillare sul territorio che per l’autorevolezza acquisita, anche dai nostri servizi e sportelli, nei quasi 80 anni di storia che abbiamo alle spalle”.