“L’8 marzo secondo me non deve essere una giornata di rivendicazione di quello che gli altri devono concedere alle donne. Io penso che l’8 marzo debba essere una giornata di orgoglio e di consapevolezza di quello che noi possiamo fare, piaccia o no agli altri. Ed è esattamente il messaggio con il quale mi sento di spronare tante donne che magari pensano di non poter andare oltre un determinato obiettivo e che invece devono ricordare – e noi faremo il possibile perché abbiano gli strumenti per farlo – che con la volontà, con l’orgoglio e con la consapevolezza si può raggiungere qualsiasi tipo di obiettivo”. Lo ha affermato questa mattina il presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, nel suo intervento alla presentazione del nuovo allestimento della Sala delle Donne alla Camera dei deputati.
Dopo aver raccontato la sua esperienza di donna in politica e gli “sguardi quasi divertiti” di cui si è più volte sentita oggetto, il premier rivolgendosi “alle donne di questa Nazione” ha affermato che “il fatto di essere sempre, o quasi sempre, sottovalutate è un grande vantaggio, perché sì, spesso non ti vedono arrivare. E noi dobbiamo essere consapevoli di questo vantaggio purché non siamo vittime di quel pregiudizio, purché noi non consideriamo che il ruolo che altri hanno definito per noi sia anche il ruolo al quale possiamo ambire, perché questo tabù delle volte colpisce anche le donne. È capitato anche a me: anche io delle volte mi sono quasi fatta a convincere che forse il mio posto era un altro. Poi, sono un anticonformista e quindi il mio anticonformismo fortunatamente ha avuto la meglio”.
“Il messaggio che io ho, alla vigilia dell’8 marzo, per le donne di questa Nazione è questo: il punto – ha spiegato – non è quale sia il ruolo che gli altri hanno deciso per te, il punto è se tu lo accetti. Questo è quello che a mio avviso deve fare la differenza”. “Sono soprattutto le donne – ha aggiunto – a dover credere di più nelle loro capacità e nelle loro possibilità, a non dover accettare ruoli che vengono concessi loro invece di pretendere di guadagnarli sul campo a pari condizioni, a rifiutare la logica che a volte porta le donne a preferire di competere tra loro come se dovessero partecipare a un altro campionato, come se non potessero competere davvero a 360 gradi”. Meloni ha evidenziato come “non esistano le politiche femminili; io penso che esista una visione femminile dalla politica, che è un’altra cosa”. “Non ci sono tematiche demandate alle donne e tematiche demandate agli uomini. C’è un punto di vista su tutte le tematiche che ha bisogno di una sensibilità composita, e quindi di un punto di vista femminile, ma è un altro approccio rispetto a quello che a volte abbiamo visto”, ha aggiunto sottolineando l’importanza di “preferire la qualità della rappresentanza rispetto al fatto di accontentarsi della quantità”. “La sfida – ha precisato – non è quante donne siedono in un Consiglio di amministrazione, la sfida è quando avremo il primo amministratore delegato di una società partecipata statale donna, perché – ve lo annuncio – è uno degli obiettivi che mi do, credendo che il vero valore di una competizione ad alto livello sta nella qualità prima che nella quantità dei ruoli”. Meloni ha ribadito “il mio personale impegno per tutte le donne italiane che ogni giorno sono costrette ad affrontare difficoltà ingiuste, molto grandi, per vedere affermato il loro talento, per vedere riconosciuti i loro sacrifici, così come è un mio impegno quotidiano trovare soluzioni perché le donne di questa Nazione possano affermarsi pienamente, senza per questo dover fare delle rinunce di ogni genere, perché non è giusto. Con questo spirito io penso che non ci saranno più ruoli preclusi alle donne”.