“Il fallimento della Russia nel restituire i bambini ucraini separati dalle loro famiglie e tutori legali è una grave violazione dei loro diritti umani. Meccanismi e soluzioni concrete devono essere individuati con urgenza e utilizzati per ricongiungere questi bambini alle loro famiglie”. Lo ha affermato oggi la Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, a seguito di una visita in Ucraina incentrata sulla situazione dei diritti umani dei bambini ucraini trasferiti nella Federazione Russa e nei territori dell’Ucraina sotto occupazione russa. Come aveva già affermato la commissaria nel suo memorandum sulle conseguenze della guerra in Ucraina in materia di diritti umani, in seguito a una precedente visita nel maggio 2022, l’aggressione della Russia “ha provocato la violazione dei diritti umani di innumerevoli bambini ucraini. Centinaia di bambini sono stati uccisi o feriti e milioni sono stati privati della possibilità di godere dei diritti fondamentali, tra cui l’assistenza sanitaria e l’istruzione. La guerra ha anche portato allo sfollamento interno ed esterno di milioni di persone, esponendo molti bambini a un rischio maggiore di essere separati dai genitori o da chi si prende cura di loro”. La Commissaria CdE denuncia il fatto che “migliaia di bambini ucraini, inclusi interi orfanotrofi e istituti di cura, sono stati evacuati in altre località dell’Ucraina, nonché in altri Stati membri del Consiglio d’Europa e oltre”.
“Molti bambini ucraini colpiti dalla guerra – ribadisce – sono stati portati o sono finiti nella Federazione Russa o nei territori dell’Ucraina occupati dai russi. Le circostanze particolari di tali casi differiscono notevolmente. Una categoria sono gli orfani e i bambini in istituti che erano residenti nelle regioni dell’Ucraina occupate dalla Russia e che sono stati portati in Russia prima dell’aggressione dello scorso anno, dal 2014. Altri sono stati portati in Russia da istituti di cura situati nelle regioni dell’Ucraina che sono finiti sotto l’occupazione o sotto il controllo temporaneo delle forze russe dopo il 24 febbraio 2022”.
“Un’altra categoria sono i minori non accompagnati i cui genitori o tutori sono stati uccisi, feriti, detenuti o scomparsi durante le ostilità, ad esempio a seguito del bombardamento russo di Mariupol e delle aree circostanti”. Secondo quanto riferito, alcuni bambini sono stati separati dalle loro famiglie durante il cosiddetto processo di “filtrazione” o durante il trasferimento nella Federazione Russa. Inoltre, in aree che sono passate sotto il controllo temporaneo delle forze russe, alcuni bambini sono stati inviati in “campi ricreativi” in varie parti della Russia o in territori dell’Ucraina occupati dalla Russia, come la Crimea. “Molti non sono stati restituiti ai genitori alla fine del periodo di permanenza stabilito, poiché le autorità del campo si sarebbero rifiutate di consegnarli a meno che i genitori non li andassero a prendere di persona. È stato riferito che i bambini detenuti in tali campi sono soggetti a indottrinamento in una visione del mondo filo-russa e narrativa storica che umilia l’identità ucraina, e che il sentimento anti-ucraino è all’ordine del giorno”.
Qui la versione completa della denuncia da parte della commissaria Mijatović.