La luce di Gesù “non si può ridurre a un momento magico”. Lo ha detto il Papa, durante l’Angelus di ieri da piazza San Pietro, in cui ha commentato il Vangelo della Trasfigurazione. “Così diventerebbe una cosa finta, artificiale, che si dissolve nella nebbia dei sentimenti passeggeri”, ha proseguito Francesco mettendo in guardia dai “fuochi di paglia degli idoli”: “Al contrario, Cristo è la luce che orienta il cammino, come la colonna di fuoco per il popolo nel deserto”. “La bellezza di Gesù non aliena i discepoli dalla realtà della vita, ma dà loro la forza di seguire lui fino a Gerusalemme, fino alla croce”, ha spiegato Francesco: “La bellezza di Cristo non è alienante, ti porta sempre avanti, non ti fa nascondere: vai avanti!”. Il Vangelo di questa seconda domenica di Quaresima, per il Papa, “ci insegna quanto è importante stare con Gesù, anche quando non è facile capire tutto quello che dice e che fa per noi”: “È stando con lui, infatti, che impariamo a riconoscere sul suo volto la bellezza luminosa dell’amore che si dona, anche quando porta i segni della croce. Ed è alla sua scuola che impariamo a cogliere la stessa bellezza nei volti delle persone che ogni giorno camminano accanto a noi: i familiari, gli amici, i colleghi, chi nei modi più vari si prende cura di noi”. “Quanti volti luminosi, quanti sorrisi, quante rughe, quante lacrime e cicatrici parlano d’amore attorno a noi!”, ha esclamato Francesco: “Impariamo a riconoscerli e a riempircene il cuore. E poi partiamo, per portare anche agli altri la luce che abbiamo ricevuto, con le opere concrete dell’amore, tuffandoci con più generosità nelle occupazioni quotidiane, amando, servendo e perdonando con più slancio e disponibilità”.