“La passione per il Vangelo non è una questione di comprensione o di studi: tu puoi studiare tutta la teologia che vuoi e diventare ateo o mondano”. È il monito, a braccio, del Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in Piazza San Pietro e dedicata alla figura di San Paolo. Il cristianesimo, ha spiegato Francesco ancora fuori testo, “non è una questione di studi: nella storia ci sono stati tanti teologi atei. Studiare serve, ma non genera la grazia”. Poi la citazione di S. Ignazio di Loyola: “Non il molto sapere sazia e soddisfa l’anima, ma il sentire e il gustare le cose internamente”. “Pensiamo ognuno di noi”, l’invito a braccio: “Io sono religioso, io prego, io cerco di osservare i comandamenti. Ma dov’è Gesù nella tua vita? Gesù dov’è? Hai incontrato Gesù? Parli con Gesù, leggi il Vangelo?”. No, allora, ad “un cristianesimo non dico senza Gesù, ma con un Gesù astratto”: “Tante volte diciamo: ‘Guarda quell’altro, era un disgraziato e adesso è un uomo, una donna buona’. Chi lo ha cambiato? La tua vita, che è cristiana, è cambiata? Se non è entrato Gesù nella tua vita, non sei cristiano. Gesù deve entrare nella tua vita. L’amore di Dio ci spinge, diceva San Paolo. E lo stesso è successo ai tutti i santi, che quando hanno trovato Gesù, vanno avanti”.