“Vengo qui per esprimere la vicinanza della Chiesa alle vostre giuste rivendicazioni, la nostra solidarietà davanti a una situazione così complessa, e con la richiesta di chiarezza nei confronti dell’azienda”. Lo ha affermato ieri mattina, il vescovo di Ales-Terralba, mons. Roberto Carboni, che ha presieduto davanti ai cancelli della Portovesme srl di San Gavino Monreale la messa, concelebrata dai sacerdoti operanti a San Gavino, don Pier Angelo Zedda, don Elvio Tuveri e don Mario Meloni, e a don Marco Statzu, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro, insieme con gli operai, gli impiegati, le loro famiglie, gli amministratori del territorio e tante persone giunte per far sentire la loro voce.
Nell’omelia il vescovo ha sottolineato che “molti lavoratori stanno vivendo la loro personale ‘settimana di passione’ data dall’incertezza del futuro, e un’angoscia profonda”. “Come cristiani – ha proseguito – sappiamo che la settimana di passione si compie nella resurrezione, ed è per questo che imploriamo che arrivino annunci di speranza. Come Lazzaro al sepolcro, anche noi e il nostro territorio siamo legati da molti lacci, abbiamo bisogno di qualcuno che ci liberi, e dobbiamo noi stessi come Chiesa stimolare, suscitare opinioni e sensibilizzare perché sia tenuta alta l’attenzione su questa preziosa realtà lavorativa”.
In una nota viene sottolineato che “la Chiesa di Ales-Terralba si fa dunque portavoce di una parola di incoraggiamento e di speranza per tutti gli oltre 120 lavoratori, la cui età media è inferiore ai 40 anni, e della richiesta di non decidere sulla pelle dei lavoratori, ma a vantaggio di tutti, soprattutto dei lavoratori. Occorre riprendere il dialogo per trovare una soluzione positiva alla vertenza. Nei prossimi giorni, parallelamente alle azioni di protesta pacifica dei lavoratori, manterremo desta l’attenzione sulla situazione, perché sia rispettata la dignità delle persone e ognuno possa trovare il giusto riconoscimento del proprio diritto al lavoro e alla serenità della propria famiglia”.