È stato sottoscritto ieri nel municipio di Termoli, a conclusione delle iniziative dedicate ai 40 anni della visita di san Giovanni Paolo II a Termoli promosse dalla diocesi e dal comune, il patto educativo adeguato alla realtà del territorio del basso Molise. “Un’occasione di grazia che il Signore ci ha voluto donare in questa ricorrenza speciale per investire sempre più sulla rete virtuosa di relazioni, partendo dall’ascolto di tutte le realtà del territorio, guardando ai giovani, ai fragili, ai poveri, cercando di non lasciare solo nessuno”. ha spiegato il vescovo di Termoli-Larino, mons. Gianfranco De Luca, aggiungendo che “in tal senso abbiamo accolto l’appello di Papa Francesco per un ‘Nuovo Patto Educativo’ a servizio della comunità e delle istituzioni volto alla formazione di persone mature e impegnate nella costruzione della ‘città degli uomini’. Un sincero ringraziamento a tutti coloro che hanno condiviso con sensibilità e attenzione questo importante documento dedicato con amore al territorio, alle persone che lo vivono ogni giorno”. Presente alla firma il card. Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, il sindaco di Termoli Francesco Roberti, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Anna Paola Sabatini, i dirigenti scolastici o loro delegati di tutti gli istituti dell’area bassomolisana, il consigliere dell’Ordine dei giornalisti del Molise. Pino Cavuoti, e la presidentessa regionale dell’Ucsi, Rita D’Addona. La firma del patto educativo, aperto anche ad altri contributi, segue la settimana di incontri e riflessioni scaturiti dalla proposta del “patto educativo” lanciata da Papa Francesco il 12 settembre 2019. Incontri organizzati dal 19 al 25 marzo dalla diocesi e dal comune di Termoli, con l’obiettivo di coinvolgere e sensibilizzare le varie agenzie educative: scuola, famiglia, chiesa, mondo dello sport e del volontariato, social media. Il patto è un documento aperto, strutturato in otto punti, che richiamano altrettanti impegni: rimettere al centro di ogni processo educativo la persona; ascoltare le giovani generazioni per costruire un futuro di giustizia e pace; promuovere la donna superando il gap tra uomini e donne; responsabilizzare la famiglia considerandola il primo e indispensabile soggetto educatore; aprirsi all’accoglienza tutelando i deboli e i fragili in un mondo globalizzato; uso consapevole e responsabile degli strumenti digitali; custodire la casa comune proteggendo l’ambiente; rinnovare l’economia e la politica superando il senso di estraneità esistente tra cittadini e politica.