“È una gioia per me aprire insieme a voi l’Anno mariano diocesano, qui nel santuario della Madonna delle Lacrime. Un anno che ci aiuterà ad andare in sincronia con lei e con Gesù, per piangere con lei che è nel pianto, per rallegrarci. Il cuore, per fortuna, non è digitale, anche se arriva ovunque e prima di tutto! Abbiamo bisogno di tempo per ritrovarlo, per imparare ad amare e per aiutare questa nostra Madre, cui tante spade trafiggono l’anima”. Lo ha detto il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, a Siracusa per l’apertura dell’Anno mariano indetto dall’arcivescovo, mons. Francesco Lomanto. Da sabato scorso e fino all’8 dicembre in occasione del 70° anniversario della Lacrimazione della Madonna a Siracusa, si susseguiranno momenti di preghiera e di riflessione per ricordare il miracolo del 1953: dal 29 agosto al 1° settembre lacrime umane sgorgarono da un quadretto in gesso del Cuore Immacolato di Maria che si trovava nella casa di una giovane coppia di sposi.
La Chiesa siracusana in questo anno mariano sosterrà un’associazione impegnata nell’aiuto alla vita e alle giovani mamme, come segno della tenerezza delle Lacrime della Madonna, da molti invocata come protettrice della vita nascente. La Penitenzieria apostolica ha accordato l’indulgenza plenaria per il periodo che va dal 25 marzo all’8 dicembre 2023 presso il santuario di Siracusa, la Casa del Pianto, la parrocchia Madonna delle Lacrime in Solarino, i monasteri di clausura di Sortino, di Canicattini Bagni e di Ferla e nei luoghi della sofferenza. “La vocazione della Chiesa di Siracusa e, in fondo, di tutta la Chiesa universale è essere una madre che prova compassione, che guarda con empatia gli ultimi della storia – ha aggiunto il cardinale -. Questo è l’antidoto a quel virus nefasto dell’indifferenza. In questo anno desidero indicarvi due spazi da visitare. Il mondo delle carceri. Vedo qui l’impegno di una Chiesa intera ad aiutare aiutare a portare il peso delle responsabilità e il peso delle ferite subite. Un altro luogo ecclesiale in cui condividere e lenire le sofferenze dei più fragili è quello dell’accoglienza. Questa terra ha una ‘vocazione geografica’ all’accoglienza nel Mediterraneo, ma non solo. Quindi, vi invito a sviluppare in quest’anno mariano questa sensibilità materna, che si traduce nella accoglienza e nel riconoscimento della dignità umana”.