Oggi pomeriggio, alle 16, al Museo diocesano nella chiesa di Sant’Ignazio a Carpi (Corso Fanti 44), sarà inaugurata la mostra di xilografie, incisioni, opere originali, affiches, libri, dal titolo “Remo Giatti. La Legenda di Jacopo”, promossa in memoria del compianto storico dell’arte e fondatore del Museo, Alfonso Garuti. Interverranno Remo Giatti, il curatore della mostra e del catalogo, Gilberto Zacché, e il direttore del Museo, Andrea Beltrami. L’ingresso è libero.
Remo Giatti e Gilberto Zacchè hanno voluto ricordare con questa mostra Alfonso Garuti, a cui erano uniti entrambi da un legame personale. Il primo conobbe Garuti nel 1986, in occasione della IV Biennale della xilografia contemporanea, curata dallo stesso Garuti, allora in qualità di direttore del Museo civico di Carpi, in collaborazione con Enzo Di Martino e Luca Crippa, nella quale Giatti figurava tra gli espositori in una rassegna caratterizzata dall’apertura a nuovi linguaggi e a tecniche sperimentali. A Gilberto Zacchè, per molti anni archivista conservatore dell’Archivio storico comunale di Carpi, Garuti era legato da lunga amicizia essendo stato anche suo collega di lavoro a Palazzo dei Pio, dove l’ufficio della direzione del Museo era condiviso con l’archivista e il direttore della biblioteca. Insieme hanno dato vita a numerose collaborazioni editoriali e di studi.
Originario di Sondrio (1954), Remo Giatti vive e lavora a Milano. Incisore e xilografo, ha esposto le sue opere in mostre personali e collettive a livello nazionale ed internazionale, ricevendo vari riconoscimenti. Ad oggi ha pubblicato oltre una trentina di cartelle e di libri d’arte con illustrazioni ad acquerello, disegno, collages e grafica. Sue opere figurano presso collezioni pubbliche in Italia e all’estero.
Con il ciclo intitolato “Tétramorphe”, Remo Giatti offre un’originale interpretazione delle vite dei santi contenute nella Legenda aurea di Jacopo da Varazze, la celebre raccolta scritta nella seconda metà del XIII secolo. Il lavoro di Giatti, come scrive Gilberto Zacchè nell’introduzione del catalogo della mostra, è il risultato di una particolare ricerca che, seppure inserita nella tradizione, “si inquadra perfettamente in questa nuova temperie culturale, che può dare nuovo slancio alla produzione di ‘arte sacra’, aggiornata ai linguaggi della cultura moderna”.
Il catalogo è arricchito da note introduttive e commenti di specialisti di fama quali Carlo Prandi, storico e sociologo delle religioni, Marzio Dall’Acqua, storico dell’arte, Emidio di Carlo, critico d’arte.
La mostra è visitabile fino a domenica 23 aprile. Apertura il martedì e il giovedì, nella fascia oraria 10-12; domenica, ore 15.30-18.30. Per visite su prenotazione: museodiocesanocarpi@gmail.com.