“Difficile da riconoscere o anche solo da definire, l’abuso spirituale non è per questo il meno pericoloso: anche quando non si arriva ad altre forme di prevaricazione e di violenza, sono gravi e profonde le ferite inferte alle persone sul piano spirituale”. Muove da qui la riflessione di don Giorgio Ronzoni nel libro “L’abuso spirituale. Riconoscerlo per prevenirlo” (Edizioni Messaggero Padova-Facoltà teologica del Triveneto, Padova 2023), che indaga il fenomeno, avviando su di esso una presa di coscienza e una riflessione che al momento sembra mancare nel contesto ecclesiale italiano.
Amedeo Cencini, che firma la prefazione, evidenzia come a seguito dell’esplosione della bomba degli abusi ecclesiali, e nonostante la presa d’atto – anche se piuttosto faticosa – del dramma e delle responsabilità da parte della Chiesa, siamo tuttavia ancora lontani “dalla comprensione di questa terribile piaga, delle sue radici e conseguenze, della gravità e responsabilità a livello individuale e collettivo, del dolore per essa, della com-passione con le vittime”.
Il libro di Ronzoni va in senso contrario a questa tendenza, analizzando tale realtà in maniera accurata e documentata (con abbondanza di citazioni e bibliografia anche fuori dall’ambito italiano). Lo studio si apre con una definizione orientativa del concetto di abuso spirituale, spiegando come è nato e si è sviluppato, per passare poi a descrivere i modi in cui esso avviene. Traccia quindi un possibile identikit delle vittime e di coloro che abusano. Prosegue con l’analisi di due questioni strettamente collegate, l’obbedienza e l’autorità, e con la distinzione tra foro esterno e foro interno. A conclusione, un passaggio su come aiutare le vittime e alcune considerazioni riassuntive.
L’abuso spirituale – evidenzia l’autore – avviene quasi sempre nel contesto della direzione spirituale e/o della confessione. Ciò non toglie che ci possano essere anche dei notevoli risvolti di tipo comunitario. In generale, spiega, “l’abuso di potere in ambito spirituale va a rovinare il rapporto di una persona con Dio e la rende totalmente dipendente dal giudizio di altri fino al punto di fragilizzarla ed esporla ad altri tipi di abuso. Le persone in cerca dell’assoluto e di una guida che le aiuti in questa ricerca, specialmente giovani, sono le più esposte al rischio dell’abuso spirituale”. E aggiunge: “Coloro che nella chiesa hanno il compito di sorvegliare devono proteggerle dai lupi travestiti da agnelli o, peggio, da pastori. […] Ciò non significa aumentare la cultura del sospetto e della diffidenza, ma semplicemente vigilare, cioè tenere gli occhi e gli orecchi aperti. Sapere che l’abuso spirituale esiste e conoscerne i sintomi – conclude – potrà essere utile per aiutare chi ne è vittima e per prevenire danni maggiori”.